I Paesi del G7 esamineranno una proposta di Londra per costruire un meccanismo di risposta alla “propaganda” della Russia. In una intervista alla Reuters il ministro degli Esteri, Dominic Raab, ha detto che il Regno Unito ha proposto di creare un “meccanismo di confutazione rapida: quando vengono diffuse bugie, propaganda o notizie false possiamo reagire insieme e ripristinare la verità non solo per la gente di questo Paese, ma anche in Russia e Cina”. Una proposta che arriva a pochi giorni dal report su disinformazione e Covid del Servizio di azione esterna Ue (Seae). Nell’analisi si sostiene che Russia e Cina “continuano a promuovere in modo intenso i propri vaccini in tutto il mondo”, la loro “diplomazia del vaccino segue una logica di gioco a somma zero” con un’azione di “disinformazione e manipolazione per minare la fiducia nei vaccini prodotti in Occidente, nelle istituzioni dell’Ue e nelle strategie di vaccinazione dell’Europa occidentale”. “Sia la Russia che la Cina – scrive Bruxelles – utilizzano i media controllati dallo Stato e i social media, inclusi account diplomatici ufficiali, per raggiungere questi obiettivi”.

La campagna russa per promuovere il vaccino Sputnik V ha accelerato soprattutto tra dicembre 2020 e il primo trimestre di quest’anno e si è sviluppata con un’azione “globale del governo che include autorità statali, società statali e mass media statali in interventi quasi quotidiani”, spiegava il Servizio d’azione esterna, sottolineando che “i funzionari russi non solo promuovono il vaccino Sputnik V, ma si impegnano anche in messaggi antagonisti, usando la disinformazione per accusare l’Occidente e l’Ue di sabotare il vaccino russo“. In questo contesto, si legge ancora nel rapporto, “i media pro-Cremlino, compreso l’account Twitter ufficiale di Sputnik V, hanno cercato di minare la fiducia del pubblico nell’Agenzia europea per i medicinali (Ema) e di mettere in dubbio le sue procedure e l’imparzialità politica”. Tutte azioni che, sostiene Bruxelles, Mosca ha portato avanti per “minare e frammentare l’approccio europeo comune per garantire le forniture di vaccini”. Sul versante cinese, invece, il Seae aveva messo in evidenza come Pechino abbia continuato a “promuovere i suoi vaccini come un ‘bene pubblico globale’, sottolineandone l’accessibilità e la fornitura stabile e presentandoli come più adatti per i Paesi in via di sviluppo e anche per i Balcani occidentali”. Questo tipo di descrizione positiva dei vaccini cinesi “contrasta con il quadro negativo” relativo alla “risposta occidentale alla pandemia” diffuso dai “canali cinesi controllati dallo Stato che si sono basati su narrazioni fuorvianti per seminare dubbi sulla sicurezza dei vaccini occidentali e sull’origine del virus”.

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