La consegna delle mascherine avveniva in Porsche. La postina, una cittadina cinese nullatenente, però non è stato in grado di dimostrare la legittima provenienza dei dispositivi personali che servono per cercare di proteggersi dal coronavirus. Anche la conformità agli standard di sicurezza non è stata provata da alcun certificato. L’indagine della Guardia di Finanza di Milano ha portato al sequestro di 5 milioni di mascherine e 2 milioni di dispositivi medici conservati in un deposito vicino alla stazione Centrale di Milano gestito dalla donna che che ora dovrà rispondere per frode in commercio e ricettazione.
L’operazione, coordinata dal procuratore aggiunto Eugenio Fusco e dal pm Michela Bordieri, ha portato il Nucleo di polizia economico-finanziaria delle Fiamme gialle Guardia di Finanza a sequestrare i beni. Nel corso delle perquisizioni sono stati trovati anche saturimetri e termometri. La donna nei giorni scorsi non è stata in grado di mostrare la documentazione che comprovava la legittima provenienza della merce, oltre che i certificati di conformità agli standard di sicurezza dei dispositivi di protezione individuale.

All’interno dei locali, affittati in nero da un cittadino italiano, sono state trovate anche delle mascherine “chirurgiche, tipo FFP1, FFP2 e FFP3”. Le indagini hanno permesso di accertare che la donna, “nullatenente e priva di impiego, faceva accedere al magazzino e cedeva scatoloni contenenti mascherine” a molte persone, una delle quali, durante il blitz, “ha esibito ai militari un documento di trasporto recante quale destinataria della merce una società risultata cessata nel 2018”. La donna, poi, curava personalmente le consegne della merce “presso esercizi commerciali compiacenti, a bordo di un’auto di grossa cilindrata“, ossia una Porsche.

L’assenza di documentazione sulla legittima provenienza dei dpi, oltre all’assenza delle certificazioni di conformità agli standard di sicurezza previsti dalla legislazione europea, hanno portato al maxi sequestro di tutto quanto fosse contenuto nel garage. L’operazione, come spiega la Finanza, “rientra nella costante azione di contrasto delle Fiamme Gialle ai traffici illeciti, con particolare riguardo, in questo momento, a quelli legati all’emergenza epidemica in corso, al fine di tutelare sia i consumatori che gli operatori economici onesti, che agiscono nel rispetto delle regole, commercializzando merci dalle caratteristiche qualitative certe e rispondenti alle norme previste a tutela della salute pubblica”.

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