Minneapolis e gli Stati Uniti attendono, nella seconda giornata di camera di consiglio della giuria, il verdetto sul caso di George Floyd, afroamericano ucciso a maggio durante il fermo di polizia e divenuto icona del movimento Black Lives Matter. Nelle ore sospese prima della sentenza – che, secondo alcuni osservatori, potrebbe arrivare da mercoledì in poi – interviene anche Joe Biden, che ha chiamato anche la famiglia di Floyd.

“Le prove sono schiaccianti”, ha detto il presidente Usa commentando quanto emerso dal processo, e ha quindi affermato di “pregare perché il verdetto sia un verdetto giusto”. Il presidente americano ha quindi spiegato come la famiglia Floyd chieda “pace e tranquillità, qualunque il verdetto sia”. Ha infatti chiamato la famiglia della vittima, come ha spiegato anche Philonise Floyd, fratello minore di George. “Sa cosa significa perdere un membro della famiglia, e conosce quello che stiamo attraversando”, ha detto di Biden alla Nbc. “Ci ha fatto sapere che stava pregando per noi” e che “sperava tutto andasse bene”.

La giuria dovrà pronunciarsi sull’accusa di omicidio formulata nei confronti dell’ex agente Derek Chauvin, che l’accusa ritiene colpevole di avere ucciso Floyd per soffocamento premendo il ginocchio sul suo collo. L’attesa per il verdetto è enorme, col timore che possano esplodere disordini in molte città americane. Biden inoltre starebbe valutando di parlare alla nazione proprio per stemperare le eventuali tensioni. Intanto Minneapolis è già blindata e la sicurezza è stata rafforzata in molte altre città americane e centinaia di manifestanti, anche oggi, si sono radunati nei pressi del tribunale.

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