L’apertura dello stadio Olimpico per le quattro partite di Euro 2020 in programma a Roma riaccende il dibattito sulla ripartenza nelle prossime settimane, in particolare del settore della cultura fermo sostanzialmente ormai da oltre un anno. Il via libera del governo al riempimento degli spalti dell’impianto accanto al Foro italico fino a circa 17mila tifosi ha scatenato la reazione delle altre federazioni sportive e la polemica della Fimi, ma non solo. Per il settore culturale, infatti, si prospettano regole diverse sul pubblico rispetto alla competizione continentale di calcio. Tanto da costringere Dario Franceschini a intervenire con una nota nella quale precisa che “sia nell’audizione di lunedì sia nelle proposte inviate ieri al Comitato tecnico scientifico”, il ministro della Cultura “ha chiesto che, nel caso in cui si dovessero autorizzare eventi sportivi con pubblico, le stesse regole dovrebbero riguardare i concerti e gli spettacoli negli stadi o in spazi analoghi”. Un modo per sottolineare come il ministero, che aveva già ‘assicurato’ una riapertura degli spazi culturali il 27 marzo dovendo poi ingoiare il boccone amaro per la rapida risalita dei contagi, stia spingendo per evitare una ripartenza ‘mini’.

La polemica è deflagrata all’indomani della mossa, voluta proprio da Mario Draghi, di dare l’assenso ai tifosi sugli spalti dell’Olimpico, a partire dall’11 giugno, con un minimo del 25% di capienza. La richiesta, posta come aut-aut, era stata avanzata dall’Uefa che aveva minacciato di cancellare Roma dalla mappa delle città ospitanti di Euro 2020. Il premier, anche sull’onda del tentativo della Turchia di inserirsi come sede ‘supplente’, ha preso in mano il dossier e ha spinto per il sì. Così l’Italia di Roberto Mancini giocherà in casa le tre partite del girone e l’Olimpico ospiterà anche un quarto di finale. Non è ancora noto quale sarà il protocollo per accedere sugli spalti, visto che il Comitato tecnico scientifico era stato molto più cauto e aveva spiegato che, ad oggi, sarebbe molto complicato definire le regole. La decisione, insomma, è stata squisitamente politica ed è arrivata in tempi celeri per evitare l’esclusione da parte dell’Uefa.

“Completamente d’accordo” con Franceschini si è detto il presidente Siae Giulio Rapetti Mogol: “Se si apre al mondo dello sport si deve aprire, negli stadi o in spazi analoghi, anche agli eventi culturali e spettacolistici, chiaramente sempre nel rispetto delle stesse modalità di sicurezza adottate per contrastare la diffusione del Coronavirus”. L’ok al calcio ha ovviamente smosso anche gli altri sport. In mattinata i presidenti della Fip e della Fipav, Gianni Petrucci e Giuseppe Manfredi, hanno firmato una nota congiunta per sottolineare che la Federvolley ospiterà durante la stagione 2021 le Finals di Champions League con due squadre italiane in campo e anche la Volleyball Nations League, mentre Federbasket vede avvicinarsi i playoff dei principali campionati italiani maschili nonché degli importanti incontri amichevoli delle proprie Nazionali in preparazione del Torneo Preolimpico maschile, in programma a Belgrado dal 29 giugno al 4 luglio, e del Campionato Europeo femminile in programma dal 17 al 27 giugno.

“Appare chiaro, dunque, che per i movimenti sportivi di pallavolo e pallacanestro poter contare sull’affetto e sulla presenza del pubblico sia una condizione ormai indispensabile, seppure con le dovute garanzie, per programmare una ripartenza che assuma i connotati di un segnale concreto di ritorno alla normalità”, scrivono Petrucci e Manfredi dando “la loro disponibilità per un incontro con il governo al fine di consentire una riapertura degli impianti di gioco”. Una posizione che ha trovato il “totale supporto” da parte del presidente del Coni, Giovanni Malagò che ha spiegato di condividere “in pieno la loro richiesta di considerare la presenza del pubblico anche per le partite legate a queste due discipline”. “Sono sicuro – ha aggiunto – che il governo, dopo la significativa apertura relativa agli Europei di calcio, considererà l’istanza con l’apprezzata sensibilità che ha dimostrato in queste ore, con la speranza che possa regalare un ulteriore segnale di speranza a tutto il movimento sportivo per concretizzare la tanto attesa e auspicata ripartenza”.

Dopo la lettera del governo alla Figc per confermare la decisione favorevole, il ministro della Salute Roberto Speranza ha parlato di un “elemento più sperimentale, perché se i numeri saranno alti bisognerà trovare una modalità per poterli gestire in piena sicurezza”. Mentre parlando di cinema e teatri, ha aggiunto, sono fermi “perché non ci possiamo consentire questa situazione” e sottolineato che “in un quadro epidemiologico migliore lavoriamo perché anche cinema e teatri possano vedere una stagione diversa, e questo vale per tutti gli spettacoli”.

“È chiaro che poter immaginare spazi all’aperto ci aiuta, sugli spazi al chiuso dovremo avere delle maggiori limitazioni, ma se il quadro epidemiologico lo consentirà – ha aggiunto – lavoreremo sicuramente anche perché ci possano essere riaperture in questa direzione, ma con grande attenzione e gradualità”. Molta più cautela, invece, ha evidenziato sulle discoteche: “Non dimentichiamo quello che è successo l’estate scorsa. C’è una grande differenza perché l’anno scorso non avevamo i vaccini, però quando dico attenzione – ha concluso – a non fare un passo tropo lungo mi riferisco proprio a questo: il dibattito sulle discoteche lo abbiamo fatto l’anno scorso e ne ricordiamo tutti i risultati, quindi nel massimo rispetto io credo che sia oggi prematuro parlare anche di quest’altro tema”.

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