Viviamo in un’epoca disorientante, in cui gli scienziati vengono smentiti dai cialtroni, la formazione dell’opinione pubblica passa attraverso il clickbaiting e i nasi sfuggono esibizionisticamente alle mascherine. Tutti sembrano bisognosi di esprimere la propria opinione, anche quando superflua e non supportata da minime consapevolezze. Nemmeno la fantascienza più distopica aveva immaginato questo scenario, dove il baccano scatenato dai social dà forma al severo monito di Umberto Eco che, con sapiente anticipo, si era scagliato contro la rete vista come megafono per legioni di ignoranti.

E mentre la pandemia continua a sferzare ogni equilibrio della nostra specie, il canale di Suez si trasforma nel Raccordo Anulare e le aziende farmaceutiche si appizzano i vaccini, ci scopriamo a osservare al futuro con sguardo, come detto, disorientato. Ci vorrebbe un elemento rivoluzionario per infondere una fiducia vergine nelle capacità del genere umano ma, in assenza di avventi messianici, che si attirerebbero comunque lo sguardo perplesso di milioni di San Tommasi, non ci resta che affidarci alla scienza pronta, come un Virgilio del terzo millennio, a guidarci verso la nuova frontiera dell’Intelligenza Artificiale, ultima speranza di armonizzare questo caos.

Siccome chi se ne occupa è chiaramente molto intelligente, si sta già preoccupando delle conseguenze negative più attese, ossia luddistiche levate di scudi contro macchine che potrebbero privarci del lavoro o che, come già abbondantemente sviscerato in molte forme di narrazione, finiranno per assumere il controllo del nostro mondo per annientarci, dominarci o portarci al guinzaglio per il nostro stesso bene. Per alfabetizzare correttamente giovani e pessimisti è possibile leggere La seduta di N3well, scritta da Diego Cajelli e disegnata da Andrea Scoppetta. Questa storia a fumetti, inserita nella collana Comics&Science, edita da Cnr Edizioni, è stata realizzata con la supervisione dell’AIxIA, Associazione Italiana per l’Intelligenza Artificiale e del Consiglio Nazionale delle Ricerche, con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sui pregiudizi legati a una visione parziale dell’Intelligenza Artificiale, già oggi abbondantemente diffusa in molti utilizzi quotidiani della nostra tecnologia, ma prossima a quello che viene considerato un vero e proprio passaggio di livello.

In questa storia si parla dei problemi di N3well, robot dotato di una potentissima IA che, di fronte alle domande dei giornalisti, preoccupati delle conseguenze dell’avvento di una generazione di macchine pensanti, durante la conferenza stampa di presentazione ha un attacco di panico e si blocca, spingendo i suoi programmatori a mandarlo da uno psicologo. Dopo un confronto in studio, il dottor Anderson decide di ricorrere a un espediente inusitato, e parte per un viaggio nei boschi con il robot. Qui i due dovranno vedersela con dei malintenzionati decisi a distruggere questo esemplare capace di percepire, imparare, astrarre, ragionare, decidere e agire, pur vincolato alle Leggi della Robotica. Il finale toccante punta a ricordare anche ai più fanatici detrattori del progresso tecnologico che non sono mai gli strumenti di cui ci dotiamo a complicare le nostre esistenze, bensì l’uso scorretto che ne facciamo.

Se dunque l’IA verrà sfruttata per difendere e perpetrare modelli sociali ed economici che la pandemia ha definitivamente svelato in tutta la loro iniquità, non dovremo poi dare la colpa alle macchine, ma assumerci la responsabilità di avere continuato a pompare energia nel motore sbagliato. Del resto, dietro ogni ragionamento legato all’intelligenza, artificiale o meno che sia, deve essere sempre presente la componente emotiva, ed è questo il centro intorno a cui ruota la vicenda del povero N3ewell. Sono infatti le emozioni a dare vera forma a un’intelligenza.

All’interno della pubblicazione sono presenti anche numerosi altri approfondimenti, che lasciano al lettore la possibilità di scoprire spunti come Susan Calvin, la psicologa per robot dei libri di Asimov, esempi distopici tratti dal cinema del secolo scorso, citazioni sul lavoro di Alan Turing, padre della rivoluzione digitale e dell’omonimo test, determinante per l’elaborazione del concetto stesso di IA e molto altro ancora. Tutto nel rispetto della vision dell’AIxIA che, dal 1988, promuove senza fini di lucro la ricerca e la diffusione delle tecniche dell’IA. Fino alla fine dell’anno, sarà possibile scaricare gratuitamente l’albo da questa pagina. Buone letture!

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