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Marò, verso la chiusura del caso in India: risarcimento da oltre un milione alle famiglie dei pescatori

Sulla vicenda è tuttora aperto un fascicolo in Procura, a Roma, dal 2012. Il procedimento, affidato al sostituto procuratore Erminio Amelio, è per omicidio volontario. I magistrati di piazzale Clodio stanno ora analizzando gli atti inviati dal Tribunale internazionale dell’Aja per poi procedere ad una definizione del fascicolo
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Come stabilito lo scorso luglio dal Tribunale arbitrale il caso dei pescatori colpiti, il 15 febbraio 2012, dai marò Salvatore Girone e Massimiliano Latorre in servizio antipirateria sulla nave Enrica Lexie si chiude in India con un risarcimento. Secondo Asia news, l’Alta Corte ha stabilito che il dossier sarà chiuso quando lo Stato italiano avrà versato su un conto del ministero degli Esteri di Delhi 100 milioni di rupie (circa 1,1 milioni di euro). Le famiglie dei pescatori hanno infatti accettato l’indennizzo e la somma di denaro si aggiunge a quella già versata in passato dall’Italia per circa 245mila euro.

Le famiglie dei due pescatori rimasti uccisi, Ajeesh Pink e Valentine Jelastine, riceveranno 40 milioni di rupie ciascuna, mentre gli altri 20 milioni andranno a Freddy Bosco, proprietario del St.Antony, rimasto ferito nella sparatoria che nel 2012 coinvolse i militari italiani a bordo della nave Enrica Lexie e il peschereccio scambiato per un’imbarcazione di pirati. Nel luglio 2020, il Tribunale arbitrale internazionale stabilì, dopo anni di contenzioso tra Italia e India, che i due fucilieri di Marina dovessero essere processati in Italia perché godevano al momento dei fatti dell’”immunità funzionale“. Allo stesso tempo decise che l’Italia avrebbe dovuto risarcire la perdita di vite umane e i danni materiali e morali inflitti agli altri membri dell’equipaggio del peschereccio.

Sulla vicenda è tuttora aperto un fascicolo in Procura, a Roma, dal 2012. Il procedimento, affidato al sostituto procuratore Erminio Amelio, è per omicidio volontario. I magistrati di piazzale Clodio stanno ora analizzando gli atti inviati dal Tribunale internazionale dell’Aja per poi procedere ad una definizione del fascicolo. I due fucilieri della Marina furono ascoltati dai pm capitolini il 3 gennaio del 2013 quando fecero ritorno in Italia per alcuni giorni. Sempre nel 2013 su incarico della Procura fu effettuata anche una perizia sul computer e su una macchina fotografica che si trovavano a bordo della Enrica Lexie, la nave dove erano in servizio i due militari.

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