“Le battaglie sindacali contravvengono i contratti di lavoro” è quanto si legge nella piccata replica del gruppo Sole 24 Ore alla nuova presa di posizione del Comitato di redazione (la rappresentanza sindacale dei giornalisti, ndr) del quotidiano di Confindustria. Nonostante un bilancio 2020 in miglioramento (perdita di un milione di euro nel 2020 ma margine operativo tornato positivo), il lancio del nuovo formato tabloid, il completamento del cambio di sede, al Sole volano gli stracci. Il comunicato del Cdr lamenta in particolare “Il ricorso a trasferimenti di redazione non consensuali. Un comportamento che viola per la prima volta una prassi sindacale per noi antica, posta a tutela delle competenze maturate negli anni dai giornalisti”. La redazione ricorda poi come il malcontento nasca anche da “un direttore (Fabio Tamburini, ndr) che nel corso di un anno di pandemia e lavoro in emergenza, non ha mai scritto alla sua redazione, per condividere gli ottimi risultati raggiunti con il lavoro di tutti”.

Larga parte del corpo redazionale non ha inoltre gradito l’annuncio di una nuova ondata di promozioni, quasi tutte concentrate nella redazione finanza, decisa mentre è ancora in vigore lo stato di crisi che scadrà a giugno. Avanzamenti che non sarebbero avvenuti esclusivamente in base a esigenze organizzative. “La riorganizzazione in chiave digitale è rimasta nell’inchiostro dei piani editoriali, e anche il progetto del nuovo giornale è stato, purtroppo, un’opportunità agitata solo nei comunicati: molto è stato fatto nel rinnovamento della grafica, ma quasi nulla nel rinnovamento dei contenuti“, scrive ancora il Cdr. Rimane inoltre in sospeso la questione dei tre giornalisti lasciati in cassa integrazione a zero ore dopo la chiusura del mensile IL. Nonostante nel frattempo si siano verificate diverse uscite dall’organico redazionale nessuno dei tre è stato richiamato, ricorda il Comitato di redazione.

A conclusione del comunicato il Cdr, che ha rinnovato lo stato di agitazione e prospetta un nuovo sciopero delle firme, si domanda come verrà perseguito il miglioramento dei conti e l’incremento dei ricavi. Velenosa la replica dell’azienda. “I risultati economici e finanziari si ottengono attraverso lo sviluppo dei ricavi (che però nel 2020 sono scesi da 198 a 191 milioni di euro, ndr) e la decisa riduzione di tutti i costi di funzionamento. Le battaglie che il Cdr ha intrapreso da qualche mese, tra cui impedire la flessibilità organizzativa e fermare i progetti si sviluppo appartengono a una vecchia logica e minano la difficile sfida della competitività, contravvengono il contratto di lavoro, impediscono lo sviluppo dei ricavi e la necessaria evoluzione verso il digitale. Ciononostante l’azienda proseguirà nell’ineludibile percorso di innovazione, sviluppo e sostenibilità economico-finanziari”.

L’ardita interpretazione dei diritti sindacali da parte dell’azienda è stata stigmatizzata dalla Federazione nazionale della Stampa italiana (Fnsi) che ha inviato la sua solidarietà ai giornalisti. Nella nota si legge “Il tentativo di far passare azioni sindacali legittime per violazioni del contratto nazionale di lavoro, messo in atto dall’azienda in un documento pubblicato sull’edizione odierna del quotidiano, è inaccettabile e va respinto. Il diritto di intraprendere iniziative di protesta, dallo stato di agitazione allo sciopero, e l’esercizio delle prerogative sindacali, peraltro con il sostegno del corpo redazionale, sono garantiti dalla Costituzione. A nessuno, tanto meno a Confindustria, può essere consentito di mettere in discussione tali diritti né di provare a far passare iniziative sindacali per violazioni contrattuali. Per questa ragione, il sindacato dei giornalisti, a tutti i livelli, continuerà a seguire da vicino quanto succede al Sole 24 Ore, assicurando pieno sostegno al Comitato di redazione”.

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