“Ho visto che molti non indossavano la mascherina e che non rispettavano le regole sul distanziamento, così il nostro modello è a rischio”. Da metà marzo a Tubinga è in corso un progetto pilota: sono stati allestiti dei centri dove vengono eseguiti tamponi rapidi, chi risulta negativo riceve un ticket con il quale può liberamente girare per la città, fare shopping nei negozi, bere una birra al ristorante, andare al cinema o a teatro. In breve tempo la città universitaria tedesca, 90mila abitanti a 30 minuti di auto da Stoccarda, è diventata il simbolo di chi è contrario alle chiusure per combattere il coronavirus ed è stata subito indicata come la dimostrazione che un’alternativa alle restrizioni esiste: le regole previste però corrispondono a quelle di una zona gialla in Italia, nelle intenzioni non è un liberi tutti. Dopo due settimane, inoltre, i contagi stanno presentando il conto: il 18 marzo scorso l’incidenza settimanale in città era di 19,7 casi ogni 100mila abitanti, ora è schizzata a 78,7 casi, in pratica è quadruplicata. Se si allarga lo sguardo al distretto di Tubinga, l’incidenza è risalita a 104 casi ogni 100mila abitanti, sopra la soglia di allerta fissata dal governo tedesco ma ancora sotto la media nazionale. Certo, il maggior numero di test effettuati porta a trovare più positivi, ma ora è la stessa ideatrice del modello Tubinga, la dottoressa Lisa Federle, ad ammettere che se i contagi continueranno a salire il suo modello fallirà. Sempre che non intervenga prima il Land del Baden-Württemberg, che dopo i nuovi dati sull’incidenza non scarta più l’idea di fermare tutto.


“Il primo obiettivo del progetto è rilevare le persone infette e metterle in quarantena”, ha spiegato Federle a Rtl, la principale emittente privata tedesca. “Il fatto che le persone ottengano più libertà attraverso i test è anche molto importante per evitare la depressione e ridare alle persone il coraggio di affrontare la vita – ha sostenuto la responsabile per la pandemia della città – ma ovviamente non al prezzo che altri morirebbero in massa, questo non è possibile“, ha chiarito. Perché il suo modello funzioni, quindi, è cruciale che le persone continuino a rispettare le regole dalla pandemia: “Il problema è che molti ora hanno la sensazione che a Tubinga tutto sia fantastico, non ci sia più il virus. Non ha senso! Essere testato non significa che posso fare quello che voglio”, ha sottolineato Federle, chiedendo più controlli e più restrizioni, ovvero il contrario di quello a cui il suo modello aspirerebbe.

Ma come funziona il progetto di Tubinga? In città sono stati allestiti dei centri ad hoc dove si possono eseguire i test rapidi nasali. Già dalle 9 di mattina, mezz’ora prima dell’apertura, si vedono lunghe code di persone in fila. Se l’esito è negativo, si riceve un biglietto giornaliero che consente di vivere per 24 ore senza restrizioni: si può accedere ai negozi, consumare nei tavoli dei locali all’aperto, andare al cinema. I ticket sono disponibili solo per i residenti, dopo che il Comune ha dovuto chiudere i rubinetti per i troppi turisti in arrivo: per chi non abita a Tubinga ci sono a disposizioni solo 3mila biglietti extra per una giornata in città. Il problema, come ha ammesso la stessa Federle, è che il lasciapassare viene vissuto come un ritorno alla normalità: i reportage dei quotidiani tedeschi, ultimo quello realizzato dal settimanale Die Zeit, raccontano di una città che sembra un altro mondo, “un ritorno al passato” pre-pandemia. La Südwestrundfunk (SWR), l’emittente pubblica locale, ha raccontato di diversi episodi di party senza mascherine e distanziamento anche dopo l’orario di chiusura dei locali, quando le regole e le restrizioni dovrebbero tornare in vigore fino ai test della mattina successiva.

L’altra grande falla del sistema è rappresentata dai biglietti: sono già emersi diversi casi di falsificazione, così come di ticket utilizzati più volte da persone diverse. Un barbiere ha distribuito oltre 350 lasciapassare fasulli. Una criticità rilevata dallo stesso sindaco della città, il Verde Boris Palmer, che ha presentato la nuova contromisura: al posto dei biglietti cartacei, da martedì viene distribuito un braccialetto da festival con un QRcode. Non può essere tolto senza rompersi e quindi non può essere trasferito a un’altra persona. I braccialetti però non sono ancora disponibili per tutti, come denunciano in molti su Twitter. Nonostante l’aumento dell’incidenza del virus, il sindaco Palmer non ne vuole sapere di abbandonare il progetto e anzi lo ha prorogato fino al prossimo 18 aprile: “A medio termine possiamo ridurre l’incidenza con i casi scoperti finora, perché siamo stati in grado di spezzare le catene di infezione”, ha spiegato alla Swr. Diversa la valutazione del ministero della Salute di Stoccarda: “Anche se Tubinga presenta ancora valori inferiori alla media in un confronto complessivo, lo sviluppo attuale deve essere considerato in modo critico“. Il Land del Baden-Württemberg sta valutando se intervenire e sospendere tutto, dopo i nuovi dati sull’incidenza.

Per ora il progetto portato avanti da Palmer è stato già bollato come un modello di successo da chi è contrario alle restrizioni, mentre è stato duramente criticato dagli esperti e accolto con scetticismo anche dalla cancelliera Angela Merkel. Il responsabile di Sanità per la Spd, Karl Lauterbach, su Twitter ha commentato che “testare al posto di chiudere” è come tentare di “dimagrire mangiando“. Fuori dal dibattito politico, gli scienziati evidenziano come da Tubinga non si possa trarre nessuna conclusione per definire un modello generale: la ricercatrice dell’università di Göttingen, Viola Priesemann, ha spiegato alla Swr quali sono i limiti. Innanzitutto, è una città troppo piccola. Inoltre, “nessuna conoscenza scientifica può essere ricavata da una singola regione modello”: servirebbe almeno un termine di paragone. È la stessa obiezioni mossa dal virologo berlinese Christian Drosten, che invoca alla prudenza prima di dire che Tubinga “ha avuto successo”, ma allo stesso tempo chiede di dare supporto scientifico a un progetto dal quale potrebbero essere comunque tratte preziose indicazioni.

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