Nel Lazio si sono affidati al modello israeliano, in Lombardia le chiamate avvengono all’ultimo minuto, in Toscana è possibile “autocandidarsi” online a patto di rientrare nelle categorie considerate prioritarie. Anche sulle liste di riserva per le vaccinazioni anti-Covid le Regioni vanno in ordine sparso, con differenze che possono variare anche da provincia a provincia. L’obiettivo è non sprecare le dosi che avanzano a fine giornata dopo aver aperto le ultime fiale, ma da Nord a Sud sono stati adottati metodi completamente diversi. La maggior parte dei territori – Lombardia, Emilia Romagna, Piemonte, Campania – escludono la possibilità di autocandidarsi e hanno predisposto delle liste di riserva per convocare in extremis chi risulta già prenotato per i giorni seguenti. Le chiamate vengono fatte talvolta dalle Asl, dai medici di base o in certi casi anche direttamente dai centri vaccinali. Nel Lazio, invece, viene utilizzato un sistema simile all’overbooking degli aerei: a partire dalle 14 vengono convocati i “panchinari”, in modo tale da farsi trovare pronti in caso di dosi in eccedenza. C’è poi l’unicum della Toscana, dove le Asl stanno attrezzando un modulo online per permettere a chi ne ha diritto di candidarsi. In altre zone, invece, ci si sta attivando solo adesso. Come in Liguria, dove solo martedì 23 marzo è stata approvata una mozione per impegnare la giunta Toti a istituire le “liste di riserva”. Secondo il governatore, peraltro, quella del “vaccino ‘buttato via’ è più mitologia che realtà”.

L’input formale alle Regioni di dotarsi di un protocollo è arrivato con l’ordinanza del 15 marzo, con cui il commissario all’emergenza Francesco Paolo Figliuolo ha disposto che “le dosi di vaccino eventualmente residue a fine giornata, qualora non conservabili, siano eccezionalmente somministrate, per ottimizzarne l’impiego evitando sprechi, in favore di soggetti comunque disponibili al momento“. A una condizione: va comunque rispettato “l’ordine di priorità” fissato dal Piano nazionale vaccini. Ma non sempre accade. Il caos organizzativo ha fatto sì che a Treviso a metà marzo l’Asl 2 convocasse i giornalisti per mettere una pezza alle rinunce dell’ultimo minuto di insegnanti e forze dell’ordine. Ora la stessa azienda sanitaria pensa a convocare “le cassiere dei supermercati” in caso di dosi avanzate. A Perugia e Terni nei giorni scorsi l’invito è stato esteso ad avvocati e magistrati per smaltire l’accumulo di dosi dovuto allo stop temporaneo ad Astrazeneca. Sulla questione è intervenuto anche il premier Mario Draghi: “Mentre alcune Regioni seguono le indicazioni del ministero della Salute – ha detto in Senato – altre trascurano i loro anziani in favore di gruppi che vantano priorità probabilmente in base a qualche loro forza contrattuale”.

L’ambito in cui né il governo né il commissario all’emergenza possono intervenire invece riguarda il tipo di organizzazione delle riserve da mettere in piedi, perché la materia rientra tra le competenze esclusive delle Regioni. Stando a quanto apprende ilfattoquotidiano.it, l’intenzione del generale Figliuolo è comunque quella di fare da raccordo tra le varie Regioni e spingere per i modelli più efficaci. L’esempio citato più spesso è quello del Lazio, dove il sistema dei “panchinari” è stato messo in piedi già a inizio febbraio e si basa su una piattaforma informatica che ha mostrato intoppi solo nella prima fase della campagna di vaccinazione. A disposizione c’è anche l’infrastruttura realizzata da Poste italiane: già usata in Calabria, Abruzzo, Marche, Sicilia, Basilicata e a breve anche in Lombardia (dopo il pasticcio di Aria), permetterà – a tutte le Regioni intenzionate ad aderire – di disporre di un meccanismo unico di prenotazioni. L’ipotesi è che si arrivi, di conseguenza, anche a un protocollo condiviso sulle dosi in eccedenza. La struttura del commissario all’emergenza si dice inoltre a disposizione per affiancare dal punto di vista logistico e organizzativo chi è più in difficoltà, come la Calabria, dove è già stato mandato un team di pianificatori. Nel frattempo le differenze a livello territoriale restano molto marcate. Ecco la mappa regione per regione sul tipo di liste di riserva adottate dalle autorità locali.

LAZIO
È la Regione in cui il sistema della “panchina” è stato attivato fin dall’inizio della campagna vaccinale per gli over 80, prendendo esempio dal meccanismo messo a punto da Israele. Per quanto riguarda le persone anziane, le dosi avanzate a fine giornate vengono utilizzate per vaccinare coloro che hanno richiesto la somministrazione a domicilio. Per le altre categorie, invece, si utilizza un sistema simile all’overbooking degli aerei. Viene fatto un check alle ore 14 e in caso di appuntamenti saltati vengono chiamate le persone che sono in lista per il giorno successivo.

LOMBARDIA
Il direttore generale del Welfare, Giovanni Pavesi, ha chiarito che non sono previste né ammesse autocandidature. Sono i centri vaccinali a elaborare delle liste di riserva, composte da persone che appartengono a categorie per cui la vaccinazione è in corso: vengono chiamate in caso di mancata presentazione di alcuni pazienti.

EMILIA-ROMAGNA
Allo stesso modo la Regione sta procedendo alla formazione delle liste di riserva, seguendo i criteri della Lombardia e sottolineando che – a differenza di quanto accaduto negli scorsi giorni – non saranno accettate le candidature spontanee. “Abbiamo delle liste, le cosiddette ‘panchine’, dove subentra qualcuno a chi non si presenta, che sono fatte dalle Asl e fanno capo alle persone che già devono essere vaccinate”, ha spiegato il governatore Stefano Bonaccini.

TOSCANA
È stata scelta un’altra via: la Regione ha annunciato l’attivazione da mercoledì 24 marzo del nuovo servizio online per i “riservisti” del vaccino. Nel portale web Prenota Vaccino si potranno candidare solo coloro che già fanno parte delle categorie aventi diritto, indicando un hub di riferimento. In caso di dosi avanzate a fine giornata, riceveranno la chiamata last minute.

PIEMONTE
In questo caso il meccanismo è controllato dalle Asl, che in base al numero di adesioni giornalieri si attivano per chiamare le persone prenotate per i giorni successivi, in modo da evitare di buttare le dosi e allo stesso tempo rispettare le priorità. A Torino, ad esempio, ogni due ore viene verificato quanti appuntamenti sono saltati, in modo da contattare anche con un certo anticipo chi è già nella lista dei prenotati per i giorni successivi.

CAMPANIA
La task force messa in piedi dal governatore Vincenzo De Luca ha affidato alle singole Asl il compito di gestire i riservisti. Subito dopo l’ordinanza del 15 marzo del generale Figliuolo, ad esempio, l’Asl Napoli 1 ha chiarito che, in caso di dosi residue, verranno convocati su chiamata diretta i soggetti che risultano già registrati sulla piattaforma regionale, sempre nel rispetto delle categorie prioritarie e dell’ordine di adesione. La struttura sanitaria ha quindi invitato i cittadini a non presentarsi all’esterno dei centri.

VENETO
Il direttore generale della Sanità, Luciano Flor, ha annunciato che dal primo aprile sarà attivo un sistema online per la prenotazione del vaccino, ma al momento non risultano meccanismi ad hoc per avere subito pronto un elenco di riserve da cui attingere in caso di mancata presentazione del paziente. Esemplare il caso di Treviso: dopo le polemiche per aver convocato i giornalisti, l’Asl 2 ha annunciato di voler redigere una lista di riserve per AstraZeneca attingendo da categorie come dipendenti dei supermercati, Protezione civile, autisti del trasporto locale e per disabili, lavoratori degli uffici pubblici.

CALABRIA
Anche qui la Regione ha fornito poche indicazioni sul meccanismo adottato per le riserve. Stando all’ultima versione del Piano vaccini regionale, aggiornato al 19 febbraio, “si raccomanda” a centri vaccinali e medici di base che, sulla base del calendario giornaliero di attività, sia previsto “un adeguato overbooking per evitare il non utilizzo di dosi”.

SICILIA
Dopo la ripresa delle vaccinazioni con Astrazeneca, le persone sono state chiamate a vaccinarsi anche senza prenotazione, con conseguenti resse e disordini. La situazione non è stata regolamentata neanche nei giorni successivi. A Messina, ad esempio, è stata attivata una mail a cui è possibile iscriversi alla lista di riserva (sul modello toscano): l’iscrizione però è aperta a tutti, tanto che la casella postale è andata in tilt in breve tempo. L’azienda sanitaria locale assicura che nelle chiamate verrà però rispettato l’ordine delle priorità.

PUGLIA
I riservisti qui arrivano su chiamata diretta delle Asl in base a liste già stilate seguendo i criteri indicati dal piano vaccinale. Per gli over 80, come nel Lazio, è prevista la somministrazione delle dosi avanzate agli anziani in regime di assistenza domiciliare.

FRIULI
Il vicegovernatore con delega alla Salute, Riccardo Riccardi, ha spiegato che al momento nei centri vaccinali avanzano tra le 5 e le 9 dosi. Le Aziende sanitarie regionali, già prima dell’ordinanza di Figliuolo, contattano direttamente le persone che già sono aventi diritti per non buttare le dosi rimaste.

LIGURIA
Per istituire delle vere e proprie “liste di riserva” si è mosso il Consiglio regionale, che ha approvato un ordine del giorno che impegna la giunta a individuare un meccanismo uniforme per somministrare i vaccini anti-Covid prenotati ma non utilizzati alla fine di ogni giornata. Per il governatore Giovanni Toti però la questione non è prioritaria: “Quella delle ‘liste di riserva’ è una proposta di principio accettabile, ma la cui realizzazione è poco praticabile”.

MARCHE
Nelle Marche non viene utilizzato il sistema dell’overbooking, ma esistono delle liste di riserva in cui compaiono persone in attesa di appuntamento che appartengono alla stessa categoria per cui è in corso la vaccinazione.

UMBRIA
Sono stata annunciate delle liste parallele, composto da chi per categoria può sostituire gli eventuali assenti all’appuntamento della vaccinazione. La Regione pensa quindi a individuare persone appartenenti sempre alle categorie prioritarie (oppure gli accompagnatori dei soggetti fragili), per evitare che si ripetano i casi di qualche giorno fa, quando per somministrare le dosi avanzate sia a Perugia che a Terni sono stati chiamati gli avvocati.

TRENTINO-ALTO ADIGE
In Provincia di Bolzano il meccanismo della “panchina” non è stato ancora strutturato e l’Azienda sanitaria spiega semplicemente che “per evitare lo spreco di dosi vaccinali, alla fine della giornata vengono eccezionalmente somministrate alle persone disponibili in quel momento, sempre sulla base delle priorità“. La Provincia di Trento invece specifica che ogni servizio vaccinale dispone di una lista di persone da contattare con urgenza nel caso in cui qualcuno non rispetti l’appuntamento vaccinale. “In rarissimi casi, per non sprecare le dosi già pronte per la somministrazione – ha specificato però l’assessora Stefania Segnana – è stata offerta la vaccinazione a categorie di persone che sarebbero state invitate in una fase successiva“.

BASILICATA e MOLISE
Il commissario Figliuolo ha disposto l’invio di alcuni team, composti da un medico e due infermieri, per i vaccini a domicilio nelle due Regioni. Si tratta di assetti dell’Esercito nel quadro dell’operazione Eos. “Stiamo utilizzando la piattaforma Poste e seguendo le linee guida del ministero”, ha spiegato il governatore della Basilicata, Vito Bardi.

VALLE D’AOSTA
L’azienda sanitaria di Aosta si è dovuto organizzare dopo le rinunce dovuto allo scetticismo su AstraZeneca, utilizzando le chiamate last minute a chi si è reso disponibile inviando una mail alla casella infotamponi@ausl.vda.it. Su quanto accaduto la procura di Aosta ha aperto un fascicolo modello 45, per verificare l’applicazione del piano vaccinale.

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