Il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi punta sulla fascia 0-6 anni e sulle periferie e lo fa investendo settecento milioni di euro da assegnare ai Comuni per la messa in sicurezza, la ristrutturazione, la riqualificazione, la riconversione o la costruzione di edifici per asili nido, scuole dell’infanzia e centri polifunzionali per i servizi alla famiglia.
È uno dei primi atti concreti del professore ferrarese che ha voluto pubblicare l’avviso che consentirà di distribuire le risorse stanziate nel 2019, con la Legge di bilancio per il 2020, disponibili a decorrere da quest’anno. I settecento milioni saranno così ripartiti: 280 riguarderanno gli asili nido; 175 le scuole dell’infanzia; 105 i centri polifunzionali per servizi alla famiglia mentre 140 milioni saranno destinati alla riconversione di spazi delle scuole dell’infanzia attualmente inutilizzati. Ma c’è un “nota bene” non da poco: il 60% delle risorse di ciascuno di questi capitoli sarà destinato alle aree periferiche e svantaggiate, per recuperare i divari esistenti.
Numeri che vanno confrontati con le necessità del Paese che conosce bene Adriana Bizzarri, responsabile scuola di “Cittadinanza attiva” che ogni anno pubblica un dettagliato rapporto sull’edilizia scolastica: “Il segnale che arriva da Bianchi è positivo ma mi sembrano ancora una volta interventi a spot; manca una visione complessiva. Era meglio puntare solo ai nidi che sono la vera emergenza nel Paese”. Bizzari non vede alcuna strategia nelle scelte di Bianchi: “In media per realizzare una scuola servono cinque milioni di euro. Questo significa che con questi soldi si potranno finanziare circa 140 strutture”. Non manca comunque un elogio al nuovo inquilino di viale Trastevere: “Nell’incontro che abbiamo fatto con lui nelle scorse settimane avevamo chiesto di puntare sulle periferie. Sembra – sottolinea Adriana Bizzarri – che abbia colto il nostro invito anche se avrei aumentato quella percentuale perché al Sud i nidi mancano”. La responsabile scuola di “Cittadinanza attiva” è tuttavia soddisfatta di vedere tra le voci di intervento la riconversione delle strutture non utilizzate.
Il ministro è convinto che sia necessario puntare sullo 0-6: “Con questo provvedimento si liberano risorse per iniziare a colmare una delle carenze strutturali più significative del nostro Paese – spiega Bianchi -. Potenziare asili nido e servizi per l’infanzia significa non solo dare più opportunità educative alle bambine e ai bambini, riducendo le disuguaglianze sociali e territoriali, ma anche favorire concretamente l’occupazione femminile. È un investimento strategico che costituisce una componente rilevante anche nel nostro Recovery Plan”.
A viale Trastevere hanno un imperativo da rispettare: priorità sarà data ai progetti che riguarderanno aree svantaggiate e periferie urbane, prevedendo interventi in territori dove oggi ci sono minori opportunità per i bambini e le loro famiglie.
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