“Non mi dimetto dal board del ‘FII Institute’ (l’organismo controllato dal fondo sovrano saudita, ndr) e non sono in alcun conflitto d’interesse. Mohammad bin Salman? È un mio amico e che sia il mandante dell’omicidio Kashoggi lo dite voi”. Queste alcune delle risposte date da Matteo Renzi ai giornalisti che lo hanno fermato all’uscita del Senato. Il leader di Italia Viva, dopo le interviste ad alcuni giornali stranieri (anche se aveva promesso una conferenza stampa su questi temi), ha deciso fermarsi e rispondere alle molte domande sui suoi rapporti con l’Arabia Saudita. “Le mie attività sono tutte perfettamente in regola ed è compatibile con quella parlamentare al pari dell’avvocato e dell’architetto“. Il leader e senatore di Italia Viva non trova ci siano differenze tra ex presidenti e premier come Blair e Obama che siedono in board o fanno conferenze in giro per il mondo e lui che invece fa politica attiva, eletto al Senato come rappresentante dei cittadini. “Finché i regolamenti permettono di fare quello che noi stiamo facendo io continuo a farlo nel rispetto delle leggi”. Renzi rimarca più volte che, rispetto al rapporto della Cia che individua in Mohammad bin Salman colui che “ha autorizzato un’operazione per catturare o uccidere il giornalista Jamal Kashoggi“, l’amministrazione Biden “non ha sanzionato il principe”. La frase sul nuovo Rinascimento? “La ridirei

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