Le zone rosse, ormai diffuse in quasi tutta Italia da almeno una settimana, stanno cominciando a produrre i loro effetti sulla curva dei contagi: i positivi aumentano meno velocemente, come dimostra il numero di nuovi casi giornalieri messi a confronto con quelli di sette giorni fa. Negli ultimi 3-4 giorni s’intravedono “piccoli segnali di rallentamento” dell’andamento dell’epidemia di Covid in Italia, spiega il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta. Parlando all’Ansa, spiega che “potrebbero rappresentare l’inizio degli effetti delle nuove misure restrittive, che saranno ben visibili dopo 2-3 settimane dalla loro introduzione”. Nel frattempo però, sottolinea lo stesso Cartabellotta, la pressione nei confronti del sistema sanitario resta elevata. “Per l’estate sono ottimista, sono stato sempre quello più duro e realista che era costretto a dire sempre la verità, ma ora ci sono le ragioni per guardare con più fiducia alle prossime settimane”, spiega anche il ministro della Salute, Roberto Speranza. Senza dimenticare, però, che “questo è ancora un momento difficile“. “Dobbiamo conservare tutte le precauzioni ma con il passare delle settimane la situazione andrà gradualmente a migliorare, e già in primavera e poi nel corso dell’estate vedremo un miglioramento significativo. Ma non ci sarà un momento X, sarà un percorso graduale“, dice Speranza a Domenica In.

Cartabellotta analizza proprio la situazione negli ospedali: al 20 marzo in area medica il dato nazionale (41%) supera il livello di allerta del 40% con Lombardia (51%), Emilia-Romagna (54%) e Piemonte (58%) che vanno oltre il 50% e le Marche che arrivano al 64%. Nelle terapie intensive il dato nazionale (37%) è ben oltre il livello di allerta del 30% con 6 Regioni che superano il 50%: Emilia Romagna, Piemonte e Umbria (53%), Lombardia (56%), Marche e Provincia di Trento (58%).

“Questi livelli di sovraccarico, oltre a rendere più complessa l’assistenza dei pazienti Covid, aumentano lo stress di personale e servizi ospedalieri e impongono di rimandare interventi chirurgici e altre prestazioni non urgenti per pazienti non Covid”. La terza ondata si è “innestata” nella fase discendente della seconda, continua Cartabellotta, partendo da un “altopiano” con oltre 382mila casi attualmente positivi, 17.725 pazienti ricoverati in reparti di area medica e 2.082 in terapia intensiva. “In circa quattro settimane, questi numeri sono schizzati rispettivamente a oltre 565mila, 27.061 e 3.387. Di conseguenza, nelle Regioni che hanno sperimentato una maggiore circolazione del virus si è presto arrivati ad una saturazione dei posti letto”, conclude il presidente della Fondazione Gimbe.

Anche Speranza rivolge il suo pensiero al personale sanitario, ancora messo duramente alla prova e recentemente candidato al Nobel per la pace: “Sono donne e uomini del nostro servizio sanitario nazionale, non mi è mai piaciuto usare la parola eroe. Sono persone che hanno fatto il loro lavoro dalla mattina alla sera senza risparmiarsi mai e continuano a farlo. Tutti, in questo anno così complicato, hanno capito quanto sia importante avere un servizio sanitario all’altezza”, è la riflessione del ministro della Salute.

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