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Spagna, sì alla legge su eutanasia e suicidio medicalmente assistito: il Parlamento approva con 202 favorevoli e 141 contrari

Manifestazioni fuori dal parlamento tra associazioni cristiane e sostenitori del provvedimento. La legge prevede dettagliati passaggi prima del sì vincolato alla decisione di una commissione
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Il parlamento spagnolo ha definitivamente accolto la proposta di legge sulla legalizzazione dell’eutanasia. Accolta, come riporta El Pais, la richiesta promossa dal gruppo socialista, con la spinta dei familiari delle persone che hanno chiesto aiuto per morire e con il sostegno di un milione di firme. Il provvedimento è passato con 202 voti favorevoli, i contrari sono stati 141 mentre le astensioni solamente due. Dopo la votazione di oggi, la legge entrerà in vigore entro tre mesi.

Ben delineati i confini entro i quali si potrà applicare l’eutanasia. La persona dovrà “soffrire di una grave e incurabile malattia o di una condizione grave, cronica e invalidante”. La misura disciplina sia l’eutanasia, con “somministrazione diretta di una sostanza al paziente da parte del professionista sanitario competente”, che il suicidio medicalmente assistito, “prescrizione o fornitura al paziente da parte dell’operatore sanitario di una sostanza, in modo che possa auto-somministrarla, per provocare la propria morte”.

L’iter previsto dal parlamento spagnolo è molto dettagliato, così da obbligare il paziente ad una serie di passaggi che garantiscono rispetto alla piena consapevolezza della scelta. Le pratiche possono durare anche un mese: la richiesta dovrà essere presentata in forma scritta due volte dalla persona, portata poi dal medico a una commissione incaricata che la farà esaminare a due professionisti e poi approverà o respingerà la valutazione. La commissione indipendente avrà 19 giorni per rispondere. Per l’Europa non è una novità: il quotidiano madrileno ricorda che prima della Spagna il provvedimento è stato legalizzato anche in Belgio, Lussemburgo e Olanda, mentre fuori dall’Ue, la pratica è ammessa in Colombia ma non regolamentata e in Nuova Zelanda la legge entrerà in vigore a novembre.

A margine della votazione anche la protesta delle associazioni cristiane, che hanno invitato i partiti a frenare l’approvazione con lo slogan “La dignità della vita non si vota, si difende”. Fuori dal parlamento si sono confrontate due mobilitazioni di segno contrario, la prima voluta dall’associazione Abogados cristianos, per il diritto alla vita, in opposizione invece quella indetta dall’Associación Federal Derecho a Morir Dignamente, che ha celebrato il voto già espresso dalla maggioranza delle due Camere a favore della legge.

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