La Regione Lazio ha sospeso “temporaneamente” le consegne dei vaccini Astrazeneca ai medici di famiglia. La notizia, anticipata dal quotidiano Il Messaggero, è stata confermata questa mattina dall’assessore regionale alla Sanità, Alessio D’Amato. Gli studi di medicina generale termineranno dunque le scorte già acquisite ma non potranno – per ora – somministrarne altre. Lo stop è legato ai ritardi nell’approvvigionamento delle scorte del siero anti-Covid prodotto dalla multinazionale anglo svedese. Il Lazio è la regione italiana che sta procedendo più velocemente alla somministrazione delle dosi e, di conseguenza, è anche quella con le scorte più ridotte in magazzino. “Ne abbiamo solo per una settimana”, dichiarava allarmato D’Amato solo venerdì. Proprio il Lazio è una delle regioni che sta facendo maggiori pressioni sull’Aifa (Agenzia italiana del farmaco) per velocizzare la possibile approvazione del vaccino russo Sputnik V.

Dall’8 marzo i medici di famiglia del Lazio hanno somministrato circa 55mila dosi in oltre 4.200 ambulatori. A oggi sono 2.198 i medici già attivi nella campagna e che hanno ritirato 5.013 fiale di siero presso le farmacie delle Asl per oltre 50mila dosi che devono essere somministrate ai loro assistiti, chiamati con le priorità del piano nazionale. Ieri è stata inviata una lettera a tutti gli studi medici con la quale viene ordinato di “interrompere le richieste di tale farmaco tramite il sistema informativo regionale” e viene comunicato che “sono sospese le consegne delle fiale già presenti”. L’unità di crisi della Regione in queste ore è impegnata a riformulare tutto il calendario. Chi si è prenotato attraverso gli studi medici dovrà attendere ulteriormente, anche più di quanto non avrebbe fatto se avesse fissato l’appuntamento in uno dei centri vaccinali, cui verranno concentrate le dosi in questa prima fase. Inoltre, bisognerà capire cosa dovranno fare i pazienti che hanno già ricevuto la prima dose e hanno la data di prenotazione della seconda sempre presso gli studi medici.

“Abbiamo fatto una riunione con il Ministero della Salute – spiega a Ilfattoquotidiano.it il presidente dell’ordine dei medici di Roma, Antonio Magi – e verrà rideterminato il prima possibile il calendario e il modus operandi. Purtroppo ce lo aspettavamo, quando inizialmente dicevamo che gli studi dei medici generici non potevano fare da centri vaccinali, ci hanno accusato di voler scappare. Ma non è così. Al più presto verranno date le indicazioni del caso ai colleghi”. Tuttavia, Magi rimane ottimista: “Io credo che nell’arco di una decina di giorni questo problema sarà risolto – afferma – perché sono in arrivo dosi di altri vaccini e, anzi, dovremo farci trovare pronti per somministrarle tutte e il più velocemente possibili”. Un richiamo a possibili “problemi di abbondanza” che non è ancora d’attualità.

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