In Italia dall’inizio della pandemia ad oggi sono morte più di 100mila persone positive al coronavirus: i 318 decessi registrati lunedì 8 marzo portano infatti il numero complessivo delle vittime a 100.103, quando è passato poco più di un anno dalla morte di Antonio Trevisan, il 78enne di Vò Euganeo prima vittima del virus nel nostro paese. I nuovi casi accertati nelle ultime 24 ore invece sono 13.902, quasi 800 in più rispetto a una settimana fa. I tamponi effettuati (molecolari e antigenici) sono 184.684, con il tasso di positività che resta molto alto al 7,5% (domenica era al 7,7 per cento, così come lunedì scorso). Allo stesso tempo continuano a crescere i ricoveri in area medica e gli ingressi in terapia intensiva: solo nelle ultime 24 ore sono 687 i ricoverati con il Covid, mentre ci sono stati altri 231 pazienti entrati in rianimazione, con il saldo tra ingressi e uscite che segna un +95. Numeri che fanno temere un nuovo aumento dei decessi nelle prossime settimane.

I decessi – I 100mila morti italiani hanno un’età media di 81 anni, quasi tutti avevano più di 50 anni e il 97% era affetto almeno da un’altra patologia oltre al Covid. La maggior parte dei decessi riguardano la seconda ondata, quella cominciata nel mese di ottobre. Da marzo a maggio, infatti, i morti accertati sono stati 34.314, a cui si aggiungono i 1.846 decessi dei mesi estivi quando l’incidenza dei contagi rimase sempre molto bassa. Dall’autunno 2020 ad oggi invece i morti sono stati oltre 60mila: dal primo novembre ad oggi la media settimanale non è mai scesa sotto i 200 decessi al giorno. Ovviamente, sono numeri che considerano solo le morti Covid accertate. Guardando invece all’eccesso di mortalità, Istat e Iss hanno calcolato che solo tra marzo e dicembre 2020 si sono contati 108.178 decessi in più (+21%) rispetto alla media dello stesso periodo degli anni 2015-2019.

Il trend del contagio – Ad oggi in Italia, secondo i dati del ministero della Salute, ci sono 472.533 attualmente positivi, in calo di 329 rispetto alla giornata di ieri. I guariti e i dimessi dall’inizio dell’emergenza sono 2.508.732, con un incremento di 13.893 nelle ultime 24 ore. I contagi totali invece salgono a 3.081.368. Quel che conta però è l’andamento nelle ultime settimane: rispetto a lunedì scorso il numero di casi cresce solo leggermente (da 13.114 a 13.902), con il rapporto tra positivi e tamponi che resta stabile. Le chiusure dell’ultima settimana hanno rallentato la corsa del virus ma l’inversione del trend è ancora lontana, se si considera che i contagi restano il 46% in più rispetto alla media dell’ultimo mese. Inoltre, se i nuovi casi restano quasi stabili rispetto a una settimana fa, la pressione sugli ospedali continua invece ad aumentare a un ritmo preoccupante: risultano ricoverati con sintomi in reparti Covid 21.831 pazienti (+2.719 rispetto a lunedì scorso). Inoltre, i posti letto occupati da malati Covid in terapia intensiva oggi sono 2.700 (+411 in una settimana).

Le Regioni – L’Emilia-Romagna è la Regione che registra più nuovi casi nelle ultime 24 ore: 2.987, circa 400 in più rispetto a lunedì scorso. In una settimana i posti letto occupati in terapia intensiva passano da 236 a 286. Si contano anche 50 morti. In Lombardia i decessi odierni sono 52, mentre i nuovi contagi si fermano a 2.301. La crescita dei pazienti Covid in rianimazione è preoccupante: +156 rispetto a lunedì scorso, 597 in totale. La Campania (diventata zona rossa da oggi) è la terza Regione per numero di casi giornalieri: 1.644, con 148 posti letto occupati in terapia intensiva. I contagi sono in leggero calo rispetto a lunedì scorso. Il Piemonte conta 1.214 nuovi positivi, pochi in più nel confronto con 7 giorni fa, mentre i pazienti in terapia intensiva salgono a 217. Il Lazio, ancora zona gialla, ha 1.175 nuovi contagi e 253 persone in terapia intensiva: +30 in una settimana. La Toscana registra esattamente mille nuovi casi e a sua volta vede crescere sopra 200 i posti letto occupati in rianimazione. Le altre Regioni restano sotto i mille casi giornalieri. I contagi crescono rispetto a settimana scorsa in Veneto (da 603 a 757) e in Friuli-Venezia Giulia (da 145 a 415), le due regioni del Nord-Est che da oggi sono zona arancione.

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