Via libera da parte del Partito democratico all’entrata del Movimento 5 stelle nella maggioranza che governa la Regione Lazio. Manca, però, il via libera dei grillini, che dovranno sottoporre il quesito agli iscritti su Rousseau. L’alleanza è stata fortemente voluta dal segretario del Pd e governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, che oggi mette le mani avanti: l’intesa “non ha ricadute sui Comuni che voteranno. Ognuno deciderà le migliori alleanze”. Soprattutto a Roma, dove la ricandidatura di Virginia Raggi rende difficili convergenze di sorta. Almeno per ora.

Lo ribadisce il senatore Bruno Astorre mentre annuncia il risultato largamente maggioritario del voto della direzione sull’operazione Lazio (48 a favore, 1 contrario, 6 non partecipanti): “Inizia un percorso importante che coinvolgerà il tessuto vivo della nostra comunità politica”, ma nella Capitale “la candidatura per il M5S della sindaca uscente preclude qualsiasi possibilità di dialogo“. Reazione stizzita da Paolo Ferrara, uno dei pentastellati più vicini a Raggi in Campidoglio: “Non abbiamo mai chiesto il tuo sostegno. Mi sembra invece che voi stiate chiedendo il nostro in Regione. Un minimo di educazione”. Dal Movimento interviene David Porrello, consigliere alla Pisana: “Il destino elettorale di Roma non è affatto collegato al futuro della legislatura regionale”. Solo ieri, la neo-assessora in pectore alla Transizione Ecologica del Lazio, Roberta Lombardi, aveva proposto per la Capitale delle “primarie della rete progressista”.

Così come avviene in ambito nazionale, però tra i dem l’alleanza coi 5 stelle non piace a Base Riformista, la corrente di Lorenzo Guerini, che chiede di “convocare quanto prima un’assemblea romana del partito” per “valutare se e quali conseguenze questa scelta comporti nel percorso per il rinnovo dell’amministrazione capitolina, ma anche definire le tappe e chiarire con quale coalizione intendiamo affrontare” le comunali. Qui, il problema principale è la mancanza di un candidato: quella dell’ex ministro dell’Economia Roberto Gualtieri resta per ora un’ipotesi e Zingaretti non si sbilancia (“Non ho avuto modo di parlarci”, ripete). La scelta si fa attendere anche sul fronte del centrodestra: con Guido Bertolaso che si è sfilato, in pole rimarrebbe solo Andrea Abodi, il presidente dell’istituto per il credito sportivo. Ma tutto fa pensare che Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia stiano aspettando le mosse del fronte avversario per muovere la loro pedina.

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