Abbiamo finalmente un primo Master of Wine italiano! Nel settore è la notizia dell’anno, “del decennio” corregge qualcuno sui social. Sicuramente una giornata che avrà molte conseguenze nel mondo del vino italiano. Ieri social e siti settoriali si sono riempiti dell’immagine di Gabriele Gorelli, 37 anni di Montalcino (Siena), diventato il primo italiano a poter accostare il titolo di Mw, Master of Wine, al proprio nome. “Club di superesperti”, “la più autorevole organizzazione dedicata alla conoscenza del vino”, “prestigioso istituto”, il cammino per accedere all’Institute of Masters of Wine è il più ambito e faticoso percorso che chi lavora nel mondo del vino possa pensare d’intraprendere.

L’Istituto è stato fondato nel Regno Unito nel 1953 “to promote excellence, interaction, and learning across all sectors of the global wine community” (“per promuovere l’eccellenza, l’interazione e l’apprendimento in tutti i settori della comunità mondiale del vino”) e, da allora, soltanto 418 persone hanno ottenuto il titolo.

Fino a ieri, nessun italiano, assenza molto pesante se consideriamo l’importanza del nostro Paese in campo enologico, spesso dibattuta come sintomo di una certa chiusura e auto-referenzialità che ci contraddistingue, e impedisce di comprendere fino in fondo che per proteggere le “nostre eccellenze“, come si dice, o fare scelte significative, una conoscenza solida e più ampia possibile non è un’opzione su cui discutere, è necessaria e unica via.

“Il ruolo dei Masters of Wine, storicamente, non è certo quello di piegare la produzione del vino al gusto imperante – ha commentato Gabriele – Al contrario, è quello di rendere accessibile e comprensibile a tutti le eccellenze, valorizzandole e creando valore aggiunto lungo tutta la filiera”. Il percorso è molto lungo, richiede molti anni di studio e una dedizione quasi totale, oltre a un importante investimento economico; molte persone lo iniziano senza rendersi conto dell’impegno, e molti lasciano. Gorelli ha iniziato a studiare nel 2014 e sei, sette anni per arrivare al termine sono considerati nella media; “i più talentuosi finiscono in quattro, cinque anni, ma capita, se capita, una volta all’anno – mi aveva detto tempo fa Young Shi, altra studentessa Mw – la quasi totalità dei candidati necessita di almeno sei anni; una persona che conosco sta cercando di superare la seconda fase da 17 anni!”

Per diventare Mw bisogna superare tre “stages” (fasi). Il primo, “Stage One”, è una prova d’ingresso che prevede una degustazione alla cieca di 12 vini e due elaborati scritti, già molto complesso ma solitamente superato da chi ha una formazione solida nel settore. Poi inizia il bello, il famigerato “Stage Two”, anni di viaggi, visite, seminari, degustazioni, ricerche in giro per il mondo e almeno sei elaborati da consegnare, per preparare e accedere al difficilissimo secondo esame: descrizione e comprensione di 36 vini divisi in tre batterie da 12 campioni ciascuna, da degustare alla cieca, e altri cinque elaborati teorici sui diversi argomenti del settore (come viticoltura, vinificazione, operazioni prima dell’imbottigliamento, gestione, commercio, questioni contemporanee). Scavallata la temibile fase due è quasi fatta, rimane soltanto una tesi finale su un tema a scelta a chiudere il percorso, quella di Gorelli è sui precipitati di quercetina nel Brunello e i metodi biologici per prevenirli: “Quercetin precipitation in Brunello di Montalcino. What are the organic fining methods to prevent this phenomenon occurring in bottle?”

Detto in altre parole, bisogna essere pronti a dedicare lunghi anni di vita non solo al vino, ma alla comprensione e alla comunicazione di tutto quello che orbita intorno ai calici, dagli infiniti fattori naturali, a quelli umani e di mercato, e alle interazioni tra tutte le variabili coinvolte, tanto che i maggiori conoscitori di vino fanno sempre un po’ fatica a definirsi esperti, essendo la/e materia/e praticamente infinita/e.

Non penso che Gorelli (900 followers su Instagram prima dell’annuncio) utilizzerà questo termine per descriversi, anche perché da ieri ha il diritto di utilizzarne uno bello importante che tutti inizieranno a conoscere, e soltanto lui in Italia. Tanti complimenti a Gabriele Gorelli Mw!

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