Chi ha conosciuto il suo lavoro o la sua bella persona sarà felice di sapere che è nato il Fondo Sandro Provvisionato che raccoglie tutti i materiali usati dal giornalista scomparso improvvisamente a Roma nell’ottobre del 2017. Le prime carte arrivano nei prossimi giorni presso l’Archivio Flamigni che lo ospiterà, e presto saranno disponibili alla consultazione. Anche Ilaria Moroni, madrina e direttrice dell’Archivio, è felice: non solo perché custodirà la memoria di Sandro ma anche perché potrà farlo presso la nuova, bellissima sede della Garbatella. Un luogo molto ben curato, posto in una posizione strategica del vecchio quartiere romano, di fronte al teatro Palladium e alla Biblioteca Moby Dick, allestita con eleganza dentro il luogo degli antichi bagni romani, ristrutturato e messo a disposizione della città. Sono andata a trovarla nella nuova sede che già trasuda studio, riflessione, ricerca, nonostante le ristrettezze imposte dal virus che continua a mordere le nostre vite.

La storia del Fondo Provvisionato è segnata dalla parola “dedizione“. Quella di Sandro verso il giornalismo: la sua curiosità di raccogliere e seguire le notizie, disponendole nella loro connessione logica, di esporle nella loro essenzialità e linearità, rendendole consistenti e credibili, di smontare il racconto per ricostruirlo di fronte a nuove evidenze: “mai innamorarsi della propria verità” diceva. Che altro manca per spiegare all’osso come si fa il giornalismo? Poi c’è la “dedizione” con cui il vecchio partigiano Sergio Flamigni ha allestito l’Archivio, raccogliendo le sue carte e quelle di tanti altri ricercatori.

Ricordo i Fondi Piera Amendola, responsabile dell’archivio della Commissione P2; Angelo La Bella, partigiano, dirigente del Pci, studioso della strage di Portella della Ginestra; Giuseppe De Lutiis, storico del terrorismo e dei servizi segreti, il cui patrimonio è riconosciuto di notevole interesse storico e sottoposto al vincolo della Soprintendenza archivistica e bibliografica del Lazio; Giuseppe Zupo, difensore di parte civile nel processo per gli omicidi Reina, Mattarella, La Torre-Di Salvo, e altri ma soprattutto il versamento Aldo Moro che completa e arricchisce il patrimonio archivistico del politico conservato presso l’Archivio centrale dello Stato. C’è poi la dedizione con cui i suoi collaboratori hanno reso l’Archivio uno dei centri di documentazione tra i più importanti del Paese per chi voglia indagare la storia italiana del Dopoguerra.

Tra quelle preziose carte ci saranno ora anche tutti i materiali raccolti da Sandro per scrivere i suoi pezzi e i suoi libri o per allestire il sito Misteri d’Italia: carte accuratamente raccolte e setacciate da sua moglie Laura Lisci. Anche qui torna la parola “dedizione”, quella di Laura per il suo uomo, ritrovato in ogni riga. Una bellissima storia d’amore nel tempo del mordi e fuggi.

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