La Camera ha approvato il decreto Milleproroghe che ora va al Senato, dove dovrà essere convertito entro l’1 marzo. I sì sono stati 322, i no 2, gli astenuti 31. Fratelli d’Italia, pur essendo all’opposizione, si è astenuta: ad annunciarlo è stato il deputato del partito di Giorgia Meloni Paolo Trancassini in occasione della dichiarazione di voto: “Ci asteniamo perché, pur stando all’opposizione, abbiamo profonda stima per il presidente Draghi”.

Tra gli emendamenti approvati ci sono la mini-proroga della moratoria delle trivelle, il nuovo rinvio del passaggio al mercato libero dell’energia, più tempo ai sindaci alle prese con la carta per le aree idonee in cui localizzare il deposito nazionale delle scorie nucleari. Retromarcia sul blocco degli sfratti, che resta così com’è fino alla fine di giugno (bocciato anche l’emendamento di Fdi) e niente di fatto pure su Alitalia. In una maratona per approvare più modifiche possibili sono andati in scena i complessi nuovi equilibri tra i partiti che sostengono il governo Draghi. Montecitorio ha bocciato l’emendamento a firma Fratelli d’Italia per sospendere la riforma Bonafede della prescrizione dopo la mediazione del ministro Marta Cartabia che ha portato alla vigilia al ritiro di tutti gli emendamenti di maggioranza sul tema.

Nel fine settimana c’è stato il voto sui circa 200 emendamenti ‘supersegnalati’ dai gruppi per fare presto su un provvedimento che altrimenti sarebbe in scadenza il prossimo primo marzo senza il voto del Senato. Nella fretta di chiudere c’è stato spazio comunque per diverse novità, dal bonus vacanze che si potrà utilizzare fino a fine 2021 (tra le polemiche di Fdi) all’anno accademico 2019-2020 prorogato fino al 15 giugno per dare tempo agli universitari di laurearsi in corso nonostante gli stop imposti dall’emergenza. Tra gli emendamenti approvati alcuni dei temi cari al Movimento 5 stelle come la moratoria delle trivelle, che andrà avanti ancora fino a settembre per “dare tempo al governo Draghi di intervenire definitivamente”, mentre il mercato libero dell’energia slitta di un altro anno, a gennaio 2023 – con i clienti del mercato tutelato che potranno rimanere con i loro attuali contratti ancora per tutto il 2022. Come chiesto dai sindaci arriva poi un po’ più di tempo per le consultazioni sulla nuova carta dei siti idonei per il nucleare (ci saranno 120 giorni, e si sposta più in là anche la data per il seminario nazionale propedeutico alla sua adozione definitiva).

Spazio anche alla Pa con l’ampliamento della platea dei precari che potranno beneficiare della stabilizzazione (i requisiti si possono maturare fino a tutto il 2021), al classico rinvio dell’adeguamento antincendio delle scuole ma anche al rafforzamento della struttura del Mef chiamata ad attuare il Recovery Plan, con 30 assunzioni e la possibilità di utilizzare 10 dipendenti di altre amministrazioni.

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