Lo scorso 18 gennaio gli agenti del commissariato Tuscolano sono entrati all’interno della Casa delle Donne Lucha Y Siesta a Roma e hanno identificato le persone presenti, 3 donne protette perché in uscita da un percorso di violenza, avviando per loro la procedura di denuncia per occupazione.
‘’Hanno approfittato del cancello lasciato aperto da un bambino che stava andando a scuola e sono entrate – dichiara Simona Ammerata, attivista e operatrice di Lucha Y Siesta – dopo quanto è successo, abbiamo deciso di lanciare un appello per chiedere l’archiviazione della procedura di denuncia, al quale a oggi hanno aderito circa 480 realtà in tutta Italia’’ La lettera aperta scritta da Lucha Y Siesta è stata realizzata insieme all’associazione nazionale D.i.RE (Donne in Rete contro la violenza), che ha al suo interno circa 90 centri anti-violenza in tutto il paese.
‘’Da quando siamo qui abbiamo ospitato decine di donne in difficoltà – aggiunge un’altra attivista Michela Cicculli – mentre gli sportelli di orientamento ed ascolto hanno aiutato circa 600 persone’’ L’immobile, di proprietà di Atac, la municipalizzata del trasporto pubblico della capitale, è stato occupato nel 2008 e negli anni è diventato un punto di riferimento della città per la lotta contro la violenza di genere. Al momento si trova all’asta a causa del concordato preventivo di Atac che l’ha messo in vendita per ripianare i propri debiti, e la Regione Lazio per salvaguardare l’esperienza portata avanti in questi anni, si è candidata per l’acquisizione. La struttura fornisce 14 dei 25 posti letto presenti in città per donne in uscita da una situazione di violenza, anche se al momento, a causa della pandemia di Covid, le disponibilità sono state ridotte a 4 o 5 nuclei al massimo

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