Lo Stato francese condannato per non aver ridotto abbastanza i gas serra.

Leggo sul giornale Le Monde di oggi che ieri 3 febbraio 2021, il tribunale amministrativo di Parigi ha condannato lo Stato francese per non aver rispettato gli impegni di riduzione dei gas ad effetto serra ed aver causato un danno ecologico.

Le associazioni ambientaliste avevano raccolto due anni fa più di due milioni di firme in meno di un mese per denunciare che gli impegni internazionali assunti dalla Francia in materia di riduzione di gas climalteranti non fossero rispettati. L’impegno era la riduzione di 40% entro il 2030 e la neutralità entro il 2050. Le Monde riferisce che la riduzione tra il 2018 e il 2019 è stata del 0,9% mentre avrebbe dovuto essere almeno del 1,5% e del 3,2% a partire dal 2025.

Il mio commento è che finalmente gli impegni alle varie conferenze per il clima sortiscono degli effetti. Occorre considerare che se, come espone questa sentenza, l’inazione in questo ambito diventa illegale e viene considerata come un “pregiudizio ecologico”, allora occorre coordinare anche in Italia delle azioni civiche e legali che impongano anche allo Stato italiano ad adempiere ai suoi impegni.

Questo cambiamento è complesso e non sarà indolore, ma chissà se fra qualche anno o fra qualche decennio potremo raccontarlo, come il fumo nei luoghi chiusi pubblici o l’asbesto nell’edilizia.

Proprio in Italia dove i cambiamenti climatici manifestano ogni anno i loro effetti sul nostro fragile territorio occorre che si intensifichi l’azione, visto che tutto è connesso. Noi pure.

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