Ci stanno facendo fuori. Ma letteralmente.

Da una parte, vengono i brividi ad ascoltare i discorsi di alcuni procuratori generali all’inaugurazione dell’anno giudiziario. Insieme, all’unisono, lanciano l’allarme sulla questione violenze domestiche. Stanno aumentando in modo esponenziale. Ed è preoccupante. Molto preoccupante.

Dall’altra, i posti di lavoro sciolti come neve al sole. Notizia di ieri dell’Istat. In dicembre 2020, di 101mila posti persi, 99mila erano donne. La notizia fa il paio con i dati americani. Non più tardi di un mese fa Cnn spiegava che su 140mila posti sfumati, 140mila erano nostri. Delle donne.
Il fenomeno è globale e non è colpa del Covid. Il Covid ha semplicemente fatto emergere la polvere nascosta sotto il tappeto. Quella cosa che puzza e che fa schifo perché ci dice che siamo ancora alla preistoria della parità.

La partita è ancora tutta da giocare, certo, ma finché ci sarà ancora così tanto da difendere non ce la si può fare a sfondare in attacco. “Il distanziamento sociale e l’isolamento – ha spiegato la procuratrice generale di Milano Francesca Nanni – ha peggiorato di gran lunga le cose”. Sì, e quali?

A leggere ciò che sta accadendo, e provando a osservare con un minimo di prospettiva, sembra di assistere allo stillicidio di una specie. Lo stillicidio della specie delle ultime, delle sfortunate, delle indifese, delle vecchie, delle giovani, delle reiette, delle eccellenti, delle specie di provincia come delle specie di centro città, la specie delle magre delle tonde delle quadrate ma soprattutto di quelle che hanno abbassato lo sguardo per un attimo, e hanno pagato un prezzo troppo salato.

Sono le ultime delle ultime, che hanno rinunciato al lavoro per seguire la famiglia, e permettere al marito di continuare a lavorare. Oppure sono state licenziate, perché le loro aziende non hanno aperto, o perché avevano contratti non abbastanza solidi, libere professioniste tutt’altro che libere insomma. Vittime sacrificali di quello stesso marito che poi, in preda ad un raptus (poverino, soffocava lui a star sempre in casa!) le ha fatte fuori prole compresa (è impossibile leggere le notizie di cronaca nera ultimamente).

Ultime delle ultime anche nei diritti, perché se sul lavoro non c’è problema a disfarsi di una debole, nella vita personale ci sono poche persone, intorno, pronte a difendere una persona che non ti può restituire il favore. Anzi. Spesso, intorno non c’è proprio nessuno, tanto che bisogna chiamare un numero verde o scrivere in chat, e le violenze durante il Covid che ci tiene sempre in casa sono più che raddoppiate (sempre secondo Istat). I femminicidi, anch’essi aumentati: ogni tre giorni perdiamo una donna.

Ma la cosa più impressionante è che questo non è un programma di distruzione di massa femminile. In realtà è questa la vera normalità. Questa è la situazione in cui versiamo e in cui verseremo se non cominciamo a leggere questo fenomeno in chiave rivoluzionaria, e non facciamo qualcosa di davvero forte per ribaltare le nostre sorti.

Ci stanno facendo fuori e occorre che lo Stato ci difenda, perché nessuna si salva da sola.

Ps. Una mia amica questa settimana è stata redarguita – prese le generalità – da un uomo dello Stato, un carabiniere, per aver portato lo slittino e la sua bimba di 5 anni su una pista da fondo. Il carabiniere l’ha proprio fermata, fatta scendere dall’auto e intimata a rispondere delle sue azioni. Ecco. Se chi di dovere rispondesse con la stessa solerzia alle nostre richieste d’aiuto, questa sarebbe una migliore normalità.

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