La sua è ritenuta una “collaborazione” senza “alcuna remora né scrupolo”: da un lato prestazioni per attività sportive fasulle che servivano a coprire “sponsorizzazioni fittizie”, dall’altro gli incarichi del tribunale che avevano portato nelle sue tasche quasi 154mila euro. Nella “cricca” del giudice civile del Tribunale di Brindisi Gianmarco Galiano, arrestato la scorsa settimana con quadro di accuse pesantissimo, secondo gli inquirenti c’era anche Annalisa Formosi, presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Brindisi e rappresentante del ministero dei Trasporti nel Comitato Zes Interregionale Adriatica. La designazione della ministero guidato da Paola De Micheli risale allo scorso 27 luglio ed è pienamente operativa.

Il Mit aspetta l’informativa – Meglio: era fino a giovedì scorso, quando Formosi è finita agli arresti domiciliari per riciclaggio e viene accusata dalla procura di Potenza anche di corruzione. Al momento non è stato adottato alcun provvedimento nei suoi confronti e quindi Formosi è rimasta al suo posto – che non prevede compenso – nel Comitato della Zona economica speciale del Molise e della Puglia. Il Mit, interpellato da Ilfattoquotidiano.it, fa sapere e di aver “segnalato l’accaduto al Ministero del Sud sotto il quale ricade la competenza delle Zes”. Il dicastero guidato da Peppe Provenzano sottolinea: “La dottoressa Formosi è stata indicata e nominata direttamente dal Mit con una apposita lettera. Per legge il Mit nomina un proprio rappresentante nel Comitato di indirizzo di ogni Zes e questa nomina è di sua competenza“. In un secondo momento, il ministero dei Trasporti ha spiegato al Fatto.it di aver chiesto al coordinatore del Comitato Zes Adriatica, Ugo Patroni Griffi, “un’informativa” e che, quando verrà trasmessa, “saranno adottati i provvedimenti conseguenti”, non escludendo un’eventuale sostituzione.

La figura di Formosi: “Mai remore né scrupoli” – Nonostante le accuse che la procura guidata da Francesco Curcio, a valle degli accertamenti della Guardia di Finanza, muove alla professionista brindisina, quindi, per il momento resta dov’è. Ad avviso del giudice per le indagini preliminari Lucio Setola, Formosi rivestiva un ruolo di “comprimaria” nel “congegno criminogeno” ideato da Galiano, “dimostrandosi sempre pronta a collaborare ed aiutare” il giudice, l’imprenditore Massimo Bianco e il commercialista, nonché suo ex marito, Oreste Pepe Milizia. “Senza manifestare mai alcuna remora e/o scrupolo”, sottolinea il gip nell’ordinanza di custodia cautelare parlando della professionista, che lo scorso settembre postava su Facebook uno scatto in compagnia della ministra De Michele in un relais ostunese. “Bella serata in compagnia della ministra De Micheli, work in progress”, scriveva Formosi. Dal Mit fanno sapere che De Micheli l’ha incontrata “soltanto nell’occasione della foto, durante una cena elettorale a sostegno di vari candidati del Pd alle elezioni amministrative”.

“Fantasiose prestazioni” – Ad avviso del giudice per le indagini preliminari, Formosi – definita dai pm “amica” e “frequentatrice abituale” della comitiva del giudice – ha riciclato 29.500 euro. Secondo l’accusa riceveva compensi da un’associazione sportiva dilettantistica che, a sua volta, usufruiva di “sponsorizzazioni gonfiate” da parte dell’azienda di surgelati Soavegel di Massimo Bianco in favore della barca a vela Kemit, di proprietà di Galiano. I compensi a Formosi erano una sorta di “money back”, come lo definisce il gip Setola e venivano corrisposti “senza che vi fosse alcuna reale motivazione riconducibile all’attività istituzionale” delle associazioni sportive. Tra i diversi episodi ricostruiti ce n’è uno del maggio 2012, quando l’ingegnera e l’allora marito, “appena qualche giorno dopo” due contratti di sponsorizzazione, ricevevano due assegni da 7mila euro per “fantasiose prestazioni da ‘uomo/donna di fatica’ che i due professionisti, uno commercialista e l’altra ingegnere avrebbero erogato, neanche fossero un mozzo e una cuoca, alla associazione sportiva dilettantistica”. Attività che in ogni caso, si sottolinea nell’ordinanza, “ove per assurdo si fossero realmente svolte, non solo non valevano le somme erogate, ma di norma, nella conduzione di un’associazione sportiva e amatoriale, si forniscono per amicizia e a titolo di cortesia”.

Quei 19 incarichi per 154mila euro – Non è l’unica accusa mossa a Formosi. Secondo i pm potetini, delegati a indagare quando sono coinvolti magistrati brindisini, Galiano si era assicurato gli “illeciti servigi” di Pepe Milizia esercitando “in modo strumentale” il suo potere di conferire incarichi professionali nei procedimenti di cui era titolare “conferendo o partecipando al conferimento” di incarichi al commercialista e alla presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Brindisi. In particolare a Formosi erano stati conferiti da Galiano 19 incarichi tra il 2014 e il 2017, grazie ai quali “ha fino ad ora incassato ben 153.909.84 euro”, secondo gli accertamenti della Guardia di Finanza. Incarichi, ad avviso degli inquirenti, che “non sono stati attribuiti per fini di giustizia come dovrebbe avvenire” ma per “ricompensare in modo stabile quei membri compiacenti del suo giro di abituali frequentazioni, divenuti veri e propri sodali, che si prestavano stabilmente a figurare da suoi prestanome per movimentare assegni e denari di cui intendeva fare perdere le tracce in quanto di provenienza illecita”.

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