Sono attesi in serata i risultati trimestrali del gruppo Amazon che daranno la fotografia completa di un 2020 che per il colosso dell’e-commerce è stato sinora strepitoso. La pandemia e le ripetute chiusure di molte attività commerciali hanno dirottato molti acquisti sull’on line. Gli analisti si attendono quindi nuovi numeri record. I ricavi del periodo ottobre-dicembre, un trimestre tradizionalmente “ricco”, poiché caratterizzato per di più da acquisti natalizi e vendite promozionali, dovrebbero attestarsi a un soffio dai 120 miliardi di dollari, contro gli 87 miliardi dello stesso periodo 2019 e, per la prima volta, oltre la soglia di 100 miliardi. Negli ultimi 12 mesi il titolo Amazon ha guadagnato in borsa quasi il 70%.

Se questi dati fossero confermati i ricavi dell’intero 2020 sfiorerebbero i 380 miliardi di dollari. Incassi in deciso rialzo (+ 28% a 12,7 miliardi di dollari) sono attese anche dal comparto “cloud” del colosso di Jeff Bezos. Amazon, insieme a Microsoft, è il principale fornitore al mondo di spazi cloud.

Prima rappresentanza sindacale negli Usa – Lunedì prossimo il gruppo vivrà una piccola-grande rivoluzione. Nello stabilimento Amazon dell’Alabama si terranno le votazioni per dar vita alla prima rappresentanza sindacale del gruppo, negli Stati Uniti. Amazon sta cercando in tutti i modo di boicottare la votazione, l’ultimo stratagemma è stato quello di pretendere un voto di persona e non attraverso le e-mail, nonostante il periodo pandemico. Il gruppo ha anche creato un sito per contrastare le velleità sindacali dei suoi dipendenti. Amnesty International ha lanciato una raccolta firme a sostegno dei lavoratori che si apprestano a votare. In passato il gruppo di Jeff Bezos è stata accusato ripetutamente di comportamenti anti sindacali. Un gruppo di parlamentari europei ha inviato una lettera a Bezos per avere chiarimenti su un’offerta di lavoro apparsa e poi cancellata dal sito Amazon in cui si cercavano persone capaci, tra l’altro, di spiare lavoratori e sindacalisti.

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