Le polemiche sul Festival di Sanremo e sul pubblico all’Ariston? Penso che ci sia una specie di inaridimento dei sentimenti. La gente alla fine si è abituata e dice: ‘Muoiono 500 persone al giorno? Va bene, pazienza’. Oppure dice: ‘Tanto a me non tocca, perché ho 30 o 40 anni'”. Sono le amare parole di Andrea Crisanti, direttore del Laboratorio di Microbiologia e Virologia dell’Azienda ospedaliera di Padova e docente di Microbiologia, nel corso della trasmissione “Piazzapulita”, su La7.

“Lo ha detto anche il presidente della Regione Abruzzo – continua – e cioè che per lui la cosa più importante è mandare avanti l’economia. Però ci dimentichiamo il passato della nostra Italia: dall’Unità fino al 1956, la priorità di tutti i governi italiani, indipendentemente dal colore politico, è stata sempre quella del controllo delle malattie trasmissibili: la malaria e il tifo. È pura follia pensare che con questi livelli di trasmissione e con queste sofferenze si possa tornare immediatamente con un colpo di bacchetta magica a come era prima. Evitare la terza ondata? Dipende da due fattori: quanta gente riusciamo a vaccinare e creare un sistema in grado di tracciare e di bloccare la trasmissione del virus sul territorio. Se riusciamo a fare queste cose, la terza ondata non ci sarà, altrimenti sarà inevitabile quando riapriremo le scuole e altre attività”.

Infine, il virologo puntualizza: “Secondo me, l’anno peggiore psicologicamente sarà questo, perché abbiamo la speranza dei vaccini, ma sarà difficile vaccinare tutti. Inoltre, non sappiamo nemmeno quanto dura questa immunità. Se dura un anno e ci mettiamo più di un anno a vaccinare, non raggiungeremo mai l’immunità di gregge. Quando ci toglieremo la mascherina? Penso che ci vorranno due anni, perché non sappiamo se chi è vaccinato è in grado di trasmettere il virus. Voglio essere un po’ più ottimista: ci vorrà un anno e mezzo prima che ci leviamo la mascherina. Oddio, chissà Crozza ora cosa dirà“.

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