Alla chirurgia plastica e ai trend più in voga non sfugge nemmeno la cronaca politica. Joe Biden ha da poco giurato come 46° Presidente degli Stati Uniti D’America durante l’Inauguration Day ed è diventato bersaglio di polemica non solo per la conta dei voti contestata dall’avversario, ma anche per il suo lifting facciale che non è sfuggito alla sagace e pungente critica dell’uscente Donald Trump. La chirurgia plastica non passa mai di moda e tutti, soprattutto i personaggi noti e i vip, vivono la pressione di dover apparire perfetti, sempre più giovani, sempre più attraenti a dispetto degli anni che passano.

E così le accuse al neopresidente eletto, che Trump chiama ironicamente “Sleepy Joe” (Joe l’assonnato), vanno dritte a colpire la età avanzata (77 anni) e le sue capacità mentali e fisiche se siano adatte o meno a sostenere l’incarico presidenziale per i prossimi 4 anni. Da qui la necessità di ricorrere alla chirurgia plastica per mostrarsi più in forma sotto i riflettori e adeguato alla carica di presidente, è quanto lascia intendere l’ironia di Donald Trump.

In realtà, questo dibattito trova pieno riscontro nella letteratura scientifica sull’argomento. Numerose ricerche mostrano come la chirurgia plastica e la chirurgia del ringiovanimento del volto (lifting facciale, blefaroplastica, lipofilling e lifting del sopracciglio) possano migliorare la propria autostima e sicurezza personale, condizionare la percezione della propria attrattività e condurre a un maggiore successo nella vita. I benefici di questa chirurgia non sembrano determinati dal semplice aspetto più giovanile del volto, ma da una più stretta associazione tra attrattività e successo. Le ricerche nel campo della psicologia sociale hanno dimostrato ciò che era comunemente già riconosciuto: le persone percepite in piena salute vengono considerate più attraenti e in generale ottengono più successo di quelle meno attraenti.

In un trial clinico randomizzato, pubblicato sul Journal of the American Medical Association (JAMA), alcuni colleghi ricercatori hanno approfondito le ricerche sulla chirurgia plastica del ringiovanimento facciale e i suoi effetti sulla psicologia sociale. Gli autori di questo studio hanno mostrato a più di 500 osservatori le immagini di alcuni pazienti prima e dopo la chirurgia. Agli osservatori, non consci se le foto fossero prima o dopo l’intervento, è stato chiesto di indicare l’età dei pazienti e di assegnare un valore alla loro attrattività, successo e salute. Dalle loro valutazioni è emerso che le foto dei pazienti dopo la chirurgia avevano ottenuto dei punteggi più alti e l’età di questi considerata più giovane.

Lo studio mette in evidenza che quando una persona ha un volto giovanile si percepisce più attraente, più sicura di sé e meno introversa, e appare più felice. Di conseguenza, gli altri iniziano a credere che la persona abbia tutte quelle qualità, anche se non è vero. Questa percezione collettiva, reale o immaginaria, diviene un segno ‘fenotipico’ di ottima salute con degli effetti concreti sulla società, arrivando a rappresentare un vantaggio competitivo nel trovare un lavoro e fare amicizia, fino a poter influenzare addirittura il sistema giudiziario e le elezioni politiche.

Insomma, non sappiamo se Donald Trump o qualcuno del suo staff fosse a conoscenza di questi studi, ma c’era un fondo di verità in quelli che forse erano i loro timori di concorrere contro un candidato che effettivamente appariva più giovane e in forma della sua età e dello stesso Trump.

Joe Biden nel giorno del suo insediamento ha giurato non solo fedeltà alla Costituzione ma ha costruito tutto il suo messaggio politico evocando la cancellazione del ricordo della stagione trumpiana. La chirurgia plastica è riuscita cancellare i segni del tempo dal suo volto e forse anche a dargli un piccolo aiuto nella competizione politica. Ora ci auguriamo tutti che, oltre ad apparire la persona giusta, sia anche un leader all’altezza della sua nazione e del mondo intero.

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