Secondo il Giornale, il quotidiano della famiglia Berlusconi, nelle scorse ore in Senato è “nato l’asse fra i due Matteo”. Ovvero tra Matteo Renzi e Matteo Salvini, un’intesa che si fonda sicuramente sul nemico comune Giuseppe Conte, ma che sembra poter andare oltre. Quelli che fino a questo momento erano stati solo sospetti, vengono confermati da alcune fonti del centrodestra e di Italia viva stessa al giornalista Adalberto Signore. Nelle ore più concitate a Palazzo Madama insomma, in attesa del voto di fiducia, Renzi e Salvini si sono sentiti al telefono più volte.

L’obiettivo sarebbe stato quello di “un’azione coordinata” tra Lega e Italia viva. Matteo Renzi ha infatti valutato tutte le opzioni, anche quella di votare contro la fiducia e quindi di rischiare di far cadere l’esecutivo. Una strada sulla quale si è confrontato, scrive sempre il Giornale, proprio con Matteo Salvini al telefono e che ha deciso di scartare dopo aver visto, nel corso della prima chiama per il voto, che comunque non avrebbe avuto i numeri necessari per far saltare tutto. Ma l’asse è appena nato e i due leader, da una parte il segretario del Carroccio e dall’altra l’ex premier, avrebbero convenuto, è sempre la ricostruzione del quotidiano di Berlusconi, “sulla necessità di aprire un vero e proprio Vietnam al Senato”, a partire dai lavori in Commissione. Se infatti Lega e Italia viva si accordassero per fare opposizione alla maggioranza, le cose potrebbero complicarsi per il governo Conte, ma il piano funziona al momento solo sulla carta: i gruppi di Iv sono formati da parlamentari eletti per la maggior parte con il Partito democratico e non è per niente scontato che accettino di diventare i nuovi alleati della destra sovranista.

L’accordo tra i due Matteo si inserisce in un clima di forti tensioni anche nel centrodestra. Sia alla Camera che al Senato, sono arrivati “responsabili” anche dalle fila di Forza Italia: alla Camera Renata Polverini e al Senato Andrea Causin e Mariarosaria Rossi hanno votato a favore della fiducia e sarebbero solo i primi segnali di un malumore sempre crescente nella coalizione. In particolare, dentro Forza Italia, non mancano i parlamentari che sarebbero disposti a una collaborazione istituzionale con il governo Conte, almeno sui dossier più importanti. Senza dimenticare l’insofferenza che si trascina ormai da mesi per la linea salviniana e cha ha già provocato diserzioni e scontri interni. Ufficialmente il centrodestra si dice compatto e, al termine del voto di ieri a Palazzo Madama, ha invocato l’intervento del Colle lamentando una maggioranza troppo risicata per riuscire a governare.

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