Il Mediterraneo inghiotte altri migranti in cerca di una vita migliore. Il bilancio dell’ennesima strage all’alba della vigilia di Natale è pesante e parla di oltre 20 vittime. Si tratta, in larga maggioranza, di migranti subsahariani, che si trovavano a bordo di un barcone partito dal porto tunisino di Sidi Mansour, a breve distanza dalle vicine isole Kerkennah, e diretto verso l’Italia. Il numero delle vittime è assolutamente parziale, visto che non è stato possibile al momento ricostruire esattamente quante persone trasportasse l’ennesima “carriola del mare” che dopo aver imbarcato acqua è colata a picco.

La “buona notizia” riguarda la decina di superstiti recuperati grazie all’intervento dei pescherecci della marineria tunisina del porto di Sfax, il capoluogo regionale. A comunicare l’ufficialità del bilancio è stato Khaled Hayouni, portavoce del Ministero degli Interni. Lo stesso Hayouni ha affermato che il naufragio è avvenuto a pochi chilometri dalla costa. Il dramma è scattato nelle prime ore della mattina del 24 dicembre quando un primo peschereccio ha raccolto l’allarme dal natante in difficoltà e si è precipitato nella zona segnalata.

Il peggio però era già accaduto, ma con l’ausilio di altre motopesca e dell’arrivo delle motovedette della guardia costiera tunisina è stato possibile trarre in salvo i superstiti e recuperare i venti corpi. Operazioni che hanno richiesto complessivamente un paio di ore. In mattinata superstiti e cadaveri sono stati trasportati al porticciolo di Sidi Mansour.

Ad attendere in banchina il rientro con il carico di morte, gli altri pescatori e alcuni abitanti del villaggio alle porte di Sfax (una dozzina di chilometri a nord). Scene avvilenti e dolorose, ma purtroppo ormai abitudinarie da quelle parti. L’episodio di stamattina è soltanto l’ultimo di una lunga serie di naufragi avvenuti al largo delle coste della Tunisia. Solo negli ultimi tre mesi il mare ha restituito i corpi di oltre 100 migranti annegati nel tentativo di attraversare il canale di Sicilia. Nel frattempo l’Italia, dopo gli attentati di Nizza e Vienna, ha deciso di rafforzare i controlli ai confini nazionali marittimi e contrastare l’immigrazione clandestina.

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