Inizia a prendere una forma più concreta il Recovery Plan del governo per l’impiego dei circa 200 miliardi di euro tra prestiti e trasferimenti messi a disposizione dall’Unione europea. Uno studio dell’Associazione nazionale dei costruttori edili (Ance), ripreso da Il Sole 24 Ore, elenca nel dettaglio quelle che saranno le 19 opere infrastrutturali a cui verranno destinati i fondi. Un capitolo di spesa che nel complesso vale poco meno di 28 miliardi di euro, di cui 22 serviranno per finanziare, a tassi più vantaggiosi, opere già programmate o in corso di realizzazione, altri 5,3 miliardi sono invece assegnati a progetti nuovi. La fetta più grossa (circa 19 miliardi) andrà al completamento delle linee ferroviarie di Alta velocità, in sintonia con le indicazioni di Bruxelles che privilegiano il trasporto su rotaia rispetto a quello stradale. Giusto precisare che il capitolo infrastrutture non esaurisce le risorse che finiranno nei cantieri. Le costruzioni attingeranno anche dal maxi fondo da 40 miliardi destinati alla riqualificazione verde ed efficientamento degli edifici.

Tra le 19 opere, quelle già previste e/o in corso sono 10. Il cantiere che assorbirà più risorse è quello per l’Alta velocità “Liguria – Alpi”, quello che una volta si chiamava terzo valico, a cui andranno 5,5 miliardi. Alla tratta Palermo – Catania – Messina andranno poco meno di 4,5 miliardi mentre alla tratta di valico Verona-Brennero altri 3,3 miliardi. Sempre in ambito Alta velocità 2,6 miliardi vengono assegnati alla Napoli-Bari e 1 miliardo alla controversa Torino – Lione. Più o meno la stessa somma dovrebbe essere investita nella Brescia-Verona- Padova. Per il potenziamento della tratta Venezia – Trieste ci sono 646 milioni. Tra le opere già programmate compaiono anche quasi 3 miliardi che serviranno per lo sviluppo tecnologico della rete Alta velocità già esistente con la possibilità di aumentarne la capacità di traffico. Mezzo miliardo viene assegnato alla valorizzazione della rete stradale Anas e altri 600 milioni a potenziamento tecnologico e digitalizzazione della rete stradale.

I progetti nuovi, che assorbono complessivamente 5,3 miliardi di euro, sono dieci. Quello finanziariamente più impegnativo è la nuova diga del porto di Genova a cui andrebbero 1,1 miliardi di euro. Un altro miliardo viene assegnato al piano nazionale “Cold Ironing” ossia l’elettrificazione dei porti. Al sistema portuale vengono attribuiti anche 800 milioni per interventi di digitalizzazione, efficientamento della logistica e interventi in chiave di sostenibilità ambientale. Ci sono poi altri cantieri legati al completamento della rete ferroviaria Av come la Roma-Pescara (613 milioni), la Salerno – Reggio Calabria (550 milione) oltre al potenziamento delle linee Orte-Falconara (358 milioni), Genova – Ventimiglia (326 milioni). Infine 235 milioni andranno all’Alta velocità Taranto-Battipaglia (235 milioni).

A livello geografico 12,6 miliardi di euro andranno ad opere da realizzare, o in corso, del Nord Italia; 8,7 a cantieri che interessano il Centro-Sud, i restanti 6,5 miliardi ad opere che riguardano tutto il territorio nazionale.

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