No ai 5 stelle, discussione aperta con i Verdi. E tra le novità ci sarà una “lista del sindaco” composta da “giovani” e guidata da “un uomo e una donna”. Il sindaco Beppe Sala, intervistato dal Corriere della sera, ha parlato della campagna elettorale per le amministrative in primavera e rivelato le manovre sul fronte alleati. “A gennaio dirò con chiarezza ai milanesi quale sarà la compagine. Non molto diversa da quella attuale”, ha dichiarato. Il primo cittadino, che ha sciolto le riserve sulla sua ricandidatura il 7 dicembre scorso (giorno di Sant’Ambrogio), si è anche esposto nettamente per quanto riguarda i rapporti con i 5 stelle e ha chiuso (per il momento) all’ipotesi alleanza: “Mi sembra che a livello nazionale ci sia la volontà di trovare convergenze locali, per cui vorrei vedere cosa succede nelle altre città”, è la premessa. “Credo però che pur portando grande rispetto per i 5 stelle ci sia tanta distanza tra le nostre e le loro proposte, perciò è meglio che ognuno si presenti per conto proprio“. L’estate scorsa i due alleati di governo, Pd e M5s, non avevano escluso un tavolo per le amministrative nelle grandi città (non solo Milano, ma anche Roma), ma al momento il dialogo sul punto sembra impraticabile. In contemporanea però, Sala vuole giocarsi la carta ambientalista: “Con i Verdi sto discutendo. Abbiamo avuto confronti anche aspri, ma rimane il fatto che il mio credo ambientalista è fortissimo. Mi auguro che si possa trovare una convergenza all’insegna della concretezza e del loro protagonismo. Io mi sento ‘verde’ e se non troveremo una strada sarò io a interpretare il pensiero ecologista. La speranza è che i Verdi siano nell’alleanza”.

Una delle novità su cui vuole puntare il primo cittadino è la “lista Beppe Sala sindaco”: “Sarà una lista di giovani, guidata da un candidato e da una candidata. Un uomo e una donna, giovani, che ho già individuato e che spero di annunciare dopo le feste”. Quindi, sempre nel corso dell’intervista al Corriere, Sala ha rivendicato la compattezza della sua squadra durante l’amministrazione: “Non è stato mandato via nessun assessore e nessuno si è dimesso, tranne chi è stato eletto per ruoli superiori. È un unicum nella storia del Comune”. Quindi ha aggiunto che, l’impegno dei suoi ultimi cinque anni da sindaco, nel caso i milanesi dovessero riconfermarlo, “sarà quello di creare una classe dirigente pronta a prendere il testimone. Un gruppo di persone che si giocherà le carte per essere il delfino o la delfina”.

Per quanto riguarda i rapporti con il governo e Giuseppe Conte, Sala ha detto che la pandemia “nella fase iniziale” è stata gestita “non male e poi… la politica non si deve far trascinare dall’emotività. Qualunque sia la decisione del governo sulla zona rossa per Natale, io non ho niente da dire. Il problema è non continuare a cambiare perché questo disorienta i cittadini e chi campa non di reddito fisso”. Ma ha fatto presente che, secondo lui, soltanto “Angela Merkel” ha saputo usare le parole giuste durante la pandemia: “Il sogno di ogni politico è lasciare dando il meglio di sé nell’ultima fase della propria carriera. E Merkel, nell’ultima fase, sta dando il meglio. L’ammiro profondamente”.

Sala ha poi parlato della sua decisione di ricandidarsi, a lungo rinviata. Tanto che ad un certo punto, in piena estate, si era anche ipotizzato che non volesse più correre come candidato. Ma alla domanda se il suo sia “un ripiego” perché non sono arrivati altri incarichi, il primo cittadino ha replicato: “Lo escludo in maniera categorica. Faccio fatica a vedere un ruolo dove posso dare un contributo maggiore. Se mi avessero detto ‘ti nominiamo supercapo del Recovery fund‘ avrei risposto che preferisco fare il sindaco di questa città. Né cambierei un ministero con Milano. Per quanto riguarda una possibile scelta manageriale ho ricevuto offerte importanti e ricche dall’estero, ma la mia scelta è stata quella di ricandidarmi. L’unica cosa vera è che ho avuto dubbi per lunghi mesi“.

Dubbi che sono arrivati in una delle fasi più difficili per la città: la pandemia di coronavirus con tutte le difficoltà di gestione che ha comportato. Dal Covid-19 Milano esce molto provata, “ma le città non sono al tramonto, anzi”, ha detto il sindaco. “Una delle risorse di Milano, lo si è visto in questa crisi pandemica, è la vita ricchissima dei suoi quartieri. In passato tanti hanno parlato di città policentrica arrivando a mitizzarla, ma mai a realizzarla. Ora ci sono i presupposti perché questo accada. Noi crediamo nella città in 15 minuti, rifondata sulla prossimità”. Quindi Sala ha parlato della sua idea di “Milano del futuro“, che deve prima di tutto partire dall’idea di “mobilità”. “Per fondare una vera città policentrica bisogna garantire ai cittadini di poter aver accesso ai servizi primari vicino casa, “appunto in 15 minuti di bicicletta o a piedi”. Per realizzarla, Sala ha detto di stare lavorando su tre direttrici: “Il trasporto pubblico, allungando il percorso della metrò. L’edilizia popolare, garantendo una quota di ogni nuovo insediamento all’housing sociale. E il teleriscaldamento: bisogna trovare la formula per dare la dignità del vivere anche a chi non abita in un quartiere centrale”. Per questo, ha annunciato Sala, dovrà ridisegnare le città. “In primavera 2021 arriveremo a superare i 300 chilometri di piste ciclabili“. E per quanto riguarda lo smart working, il sindaco è tornato sulle sue parole molto contestate nei mesi scorsi: “In passato mi sono espresso male sul lavoro a distanza. Non credo che esploderà la bolla immobiliare: quando finirà la pandemia le torri torneranno a riempirsi. Piuttosto, bisogna tornare alla rivoluzione di cui si parlava prima: se c’è policentrismo, i quartieri possono diventare sede di nuovi sviluppi immobiliari“.

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