“Il problema è peggiore di quel che appare” e “le autorità devono agire urgentemente“. L’allarme è di Mario Draghi, intervenuto nella veste di co-presidente del gruppo di lavoro del G30 in un rapporto preliminare realizzato dall’organizzazione e focalizzato sulla ristrutturazione delle imprese dopo il Covid. L’ex presidente della Bce siede nel comitato di direzione del G30 (Group of the Thirty, un think tank di consulenza su questioni di economia monetaria e internazionale), insieme anche a Raghuram Rajan, ex governatore della Reserve Bank of India, che alla presentazione del rapporto ha spiegato: “Non è troppo presto per iniziare a pensare al periodo successivo alla pandemia” e provare quindi “a evitare danni collaterali” per le imprese. “Stiamo entrando in una nuova era – ha ribadito anche Draghi – nella quale saranno necessarie scelte che potrebbero cambiare profondamente le economie”.

All’interno del report preliminare del G30, l’ex presidente della Bce spiega perché è necessario intervenire subito perché “in molti settori e Paesi siamo sull’orlo del precipizio in termini di solvibilità, specialmente per le piccole e medie imprese, con i programmi di sostegno in scadenza e il patrimonio esistente che viene eroso dalle perdite”. Draghi invita quindi a non sottovalutare la situazione, “perché il massiccio aiuto in termini di liquidità e la vera e propria confusione causata dalla natura senza precedenti di questa crisi, ne stanno mascherando le vere dimensioni“.

Per Draghi, è necessario trovare un equilibrio per sostenere le imprese che sono in grado di uscire dalla pandemia, garantendo al tempo stesso che il sistema bancario rimanga in salute e in grado di concedere credito alle famiglie e alle imprese e di sostenere la ripresa. Per questo ha sottolineato: “Dobbiamo concentrarci sul mantenimento della capacità del sistema finanziario di sostenere il credito e sulla compensazione delle conseguenze indesiderate per il sistema finanziario e la stabilità delle banche”.

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