Un’altra notte di attesa per Patrick Zaki. Solo domani 7 dicembre si saprà l’esito dell’udienza per lo studente egiziano dell’Università di Bologna, che si trova in carcere nella prigione di Tora al Cairo da febbraio per propaganda sovversiva. L’udienza per la custodia cautelare in carcere si è tenuta oggi e, secondo quanto riferito da un gruppo in sostegno di Zaki, il ragazzo era presente. Presenti anche i diplomatici di Italia, Germania, Olanda e Canada. I Paesi europei, erano presenti nell’ambito del Programma di monitoraggio processuale. Il diplomatico italiano è riuscito anche a parlare brevemente con Zaki. Lo studente ha ringraziato l’Italia mettendosi la mano sul cuore e ha sollevato il pollice a indicare che sta bene.

L’udienza era stata annunciata dal tribunale a sorpresa dopo la scarcerazione dei tre dirigenti dell’Eipr, la ong impegnata nella tutela dei diritti umani con cui il ragazzo aveva collaborato in passato. Oggi però la terza sezione del tribunale antiterrorismo egiziano – la stessa che deciderà su Zaki – ha deciso di congelare temporaneamente tutti i beni e le proprietà dei tre. L’udienza per la scarcerazione di Zaki era stata inizialmente fissata per gennaio, dopo 45 giorni dall’ultimo rinnovo del 22 novembre. Due giorni fa la notizia: è stata anticipata al 6 dicembre. Anche per questo, la famiglia e l’avvocata di Zaki, oltre a tutti i gruppi di supporto alla causa diZaki, si aspettano evoluzioni positive.

Ora, però, è proprio Hoda Nasrallah, la legale di Zaki, a dirsi “pessimista” riguardo l’esito. ha detto di sperare nella scarcerazione dello studente ma al contempo ha avvisato che una frase pronunciata dal giudice nell’udienza odierna lascia prevedere un prolungamento della detenzione: “Spero che venga rilasciato domani, ma non lo prevedo perché è stato sollevato il problema dei libri e il giudice ha risposto ‘mi presenti una domanda’. Questo significa che Patrick rimarrà in prigione“, ha detto Nasrallah. “Vedremo domani l’esito di questa udienza – ha commentato Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International in Italia – non c’è molto da immaginare o da prevedere, speriamo che domani questa detenzione, che ha superato ormai i 300 giorni, termini e che Patrick possa essere rilasciato”.

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