Per la prima volta nella storia il ruolo alla guida della Procura generale di Milano è di una donna. Si tratta di Francesca Nanni, 60 anni, di origini liguri e attualmente procuratrice generale di Cagliari. L’incarico, che in passato fu anche di Francesco Saverio Borrelli, “padre” del pool Mani Pulite, è stato assegnato dal plenum del Csm a Nanni con 14 voti. Otto voti sono andati a Fabio Napoleone, già procuratore di Sondrio e ora sostituto pg a Milano.

In magistratura dal 1986, la nuova pg di Milano ha un carriera segnata da successi e record anche sul piano dell’emancipazione femminile: nel 2010 è stata la prima donna a diventare procuratrice di Cuneo e nel 2018 la prima a essere nominata procuratrice generale di Cagliari. È stata sempre pubblico ministero, sin dal suo primo incarico alla fine degli anni Ottanta alla procura di Sanremo. Risale a quegli anni il procedimento per corruzione nell’assegnazione dell’organizzazione del festival di Sanremo, concluso con la condanna in primo grado di alcuni pubblici amministratori locali e dell’organizzatore dell’epoca.

Dal 1992, a Genova, si è occupata dei reati contro la pubblica amministrazione, trattando procedimenti per corruzione e concussione che hanno coinvolto funzionari dell’Anas. Nanni è anche stata alla procura distrettuale antimafia, dove le è stato affidato il territorio del ponente ligure, caratterizzato da importanti infiltrazioni mafiose. Da procuratrice di Cuneo e poi da pg di Cagliari, oltre a occuparsi dell’organizzazione e della direzione dei due uffici, ha continuato a svolgere attività giurisdizionale.

“È la consacrazione di un fenomeno in atto e assolutamente naturale, un altro passo verso quella parità che si raggiungerà anche nelle posizioni apicali della magistratura, un percorso segnato”, ha commentato Vinicio Nardo, il presidente dell’Ordine degli avvocati di Milano. Nardo spiega che “rimane una differenza” ancora tra la percentuale di uomini e di donne nei ruoli apicali, “ma gli effetti ci saranno sulla lunga distanza, perché sempre più donne accedono”. Attualmente, le donne costituiscono la maggioranza dei giudici, ma gli incarichi direttivi in 3 casi su 4 sono affidati agli uomini. Tra i procuratori generali le donne sono solo il 14%.

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