“Sono tanti i problemi ancora da risolvere in Italia per conquistare finalmente una società realmente inclusiva, con pari opportunità per tutti e senza barriere e pregiudizi”. In occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità (International Day of Disabled Persons) promossa dalle Nazioni Unite già dal 1992, Paolo Palumbo, 23enne con SLA (Sclerosi Laterale Amiotrofica) racconta a ilfattoquotidiano.it del suo ultimo singolo “Quella notte non cadrà” che ha cantato insieme ad Achille Lauro. “Il mio obiettivo è emozionare”, dice. Palumbo meno di un anno fa si è esibito sul palco di Sanremo e nel 2017 ha incontrato l’ex presidente degli Stati Uniti Barack Obama a Milano. Oggi, dopo la collaborazione con Achille Lauro si prepara a lanciare il suo album nel 2021, e chiede maggiore attenzione per i diritti dei disabili ancora troppo spesso negati: dall’assistenza domiciliare, al sostegno scolastico fino all’inclusione lavorativa. “Sono diverse le criticità per i disabili che quest’anno la pandemia ha accresciuto in maniera grave. E’ fondamentale perciò parlarne e far conoscere ad un più vasto pubblico questi temi” aggiunge. La copertina del singolo “Quella notte non cadrà”, realizzata da Giovanni e Marcello Crispino, vuole raccontare il mondo di Palumbo: c’è un bimbo equilibrista su una corda che rappresenta il tentativo di Paolo di resistere alle molteplici difficoltà della sua fragile vita e una tigre che invece simboleggia le sue paure che viene domata da un artista fuori dagli schermi. Poi, a fianco di Palumbo naturalmente il cantante Achille Lauro che lo aiuta e protegge. “Ho conosciuto la storia di Paolo durante lo scorso Sanremo”, ha scritto Lauro su Instagram, “una rara dimostrazione di come la tenacia e la forza di volontà mitigano la sofferenza. La sua determinazione sia un esempio per molti, sono molto felice di essermi reso disponibile e aiutarlo a realizzare un sogno”.

Ma in Italia, ancora nel 2020, i diritti delle persone disabili non sono rispettati?
Potremmo scrivere giornate intere, non basterebbe un libro. Basta osservare le strutture, a volte anche pubbliche, con barriere architettoniche, basta guardare per esempio navi e aerei di linea, manca un vero turismo accessibile. Le strade dissestate, prive di rampe, la mancanza di rispetto nei parcheggi riservati. Ma questo è l’apice e ahimè ci vorrebbero diversi disabili in politica ad occuparsi anche dei diritti dei disabili.

Cosa ne pensa del modo in cui viene raccontata la disabilità in Italia? Negli ultimi mesi c’è una mamma che grazie all’account Tetrabondi sta cercando di raccontare il mondo con gli occhi del figlio Sirio.
Lo seguo ed è un grande esempio di resilienza, di positività. Il modo in cui lui e sua mamma affrontano la vita e la disabilità divertendosi è una cosa fantastica da vedere ed è di grande esempio. La vita è bella.

Durante la pandemia si sono evidenziate una serie di carenze nei servizi sociali e di assistenza soprattutto per le persone disabili. Cosa ne pensa?
Ho vissuto in prima persona le conseguenze del Covid. È ridicolo che tutte le altre patologie gravi vengano dimenticate, non esiste solo il Covid e le istituzioni lo dovrebbero capire a distanza di mesi dalla prima ondata. Ovviamente immagino e sono consapevole che non sia affatto facile trovarsi a gestire un’emergenza e una situazione così critica, ma ahimè non si muore solo di Coronavirus.

In Italia circa solo 1 persona disabile su 3 riesce a trovare lavoro. Cosa significa lavorare per non gravare troppo sulla propria famiglia?
Ammetto che non sia facile trovare lavoro, le opportunità tra disabili e “normodotati ” non sono le stesse, ma siamo nel 2020 e abbiamo potuto vedere dall’emergenza Covid come si possa lavorare anche in smart working, perciò non vedo perché un disabile non possa lavorare nonostante le sue condizioni. C’è anche da dire che lo Stato dovrebbe incentivare e fare rispettare di più le leggi che favoriscono l’inclusione lavorativa. Così come c’è da ricordare che niente piove dal cielo, e il lavoro bisogna andare anche a prenderselo o meglio ancora a crearselo.

L’uso dei social è molto importante per veicolare messaggi d’inclusione e pari opportunità. Quali sono i principali temi che affronti sul web?
Io quotidianamente racconto quanto bella sia la vita, quanto bisogna combattere sempre senza arrendersi. E non mi fermo solo a sostenere le persone con disabilità, ma cerco di stimolare e trasmettere il mio amore per la vita a chiunque, indistintamente.

Com’è nata la canzone “Quella notte non cadrà”?
E’ nata con lo spirito di emozionare le persone, ma allo stesso tempo farle riflettere sul fatto che la vita malgrado le sue difficoltà e le sue prove sia un dono. Tutti dobbiamo amare noi stessi e apprezzare ciò che abbiamo. Un inno alla vita ma anche alla riflessione.

Quali sono i temi più rilevanti affrontati?
Il tema principale è l’importanza di prendersi cura di sé stessi e di combattere sempre. C’è la mia infanzia dove tutto era più facile, c’è la vita di oggi dove bisogna combattere contro la SLA, ma c’è tanta felicità e amore. C’è l’attaccamento alla vita rappresentato dal bambino cercando sempre di rimanere in equilibrio e indubbiamente c’è anche la tigre che sono le paure e Achille Lauro il domatore.

Com’è stato lavorare insieme ad un cantante come Achille Lauro?
Lavorare con un artista di questo calibro è stata una grande emozione, motivo d’orgoglio e una grande responsabilità per dover fare un lavoro all’altezza e dare il massimo.

Qual è il fine da raggiungere lanciando questo video clip?
L’obiettivo più grande è uno: emozionare e trasmettere ciò che è il significato della canzone.

Cosa vuole comunicare al grande pubblico ma anche alle persone con disabilità?
Oggi più che mai voglio comunicare a tutti che niente è impossibile quando lo si vuole realmente. Come diceva il grande Albert Einstein, c’è una forza motrice più forte del vapore, dell’elettricità e dell’energia atomica: la volontà. E noi grazie a tanta forza di volontà, tanto lavoro, tanto studio siamo riusciti a farmi tornare a cantare con la mia voce di prima della malattia e per questo devo ringraziare il Maestro Enrico Melozzi per il suo lavoro e la sua genialità, è grazie a lui se oggi canto con la mia voce e posso rivivere delle emozioni uniche.

Crede che bisognerebbe affrontare di più il tema disabilità nella musica italiana?
Sono convinto che la parola disabilità sia vista con restrizione. Non è solo disabilità quella fisica che non permette di muoversi autonomamente, l’ignoranza è disabilità, la cattiveria è disabilità, il razzismo e il classificare le persone diversamente tra loro in base al proprio ceto sociale, al proprio orientamento sessuale, alla propria religione e al proprio colore della pelle è disabilità. Rispondo sì quindi, alla luce di tutto ciò credo che la disabilità vada affrontata maggiormente nella musica italiana.

Oltre a questo brano musicale, sono previste altre novità?
Questo è il primo brano di un album in uscita nel 2021, con tante collaborazioni e duetti con grandi nomi della musica italiana. I temi saranno tanti e i nomi pazzeschi.. Stiamo lavorando per stupirvi ed emozionarvi, credetemi. Viva la vita!

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