L’importante era vincere e la Juve di Pirlo vince il quinto incontro del girone Champions, per 3 a 0 contro la Dynamo Kiev. Non bella, non ancora: ma finalmente cattiva, intensa e perché no, operaia la Juventus. Coi bianconeri già qualificati quello di stasera era un match che serviva più a trovare certezze, dopo le brutte prestazioni che si susseguono da inizio campionato. E ovviamente anche a farsi trovare pronti in caso di clamorosissima debacle del Barcellona, in chiave primo posto.

I blaugrana a Budapest col Ferencvaros hanno vinto e alla Juve per essere prima serve una vittoria larga al Camp Nou nell’ultimo turno Champions.
La partita, importante anche per Stephanie Frappart, primo arbitro donna a guidare, in maniera impeccabile, un match di Champions, offre indicazioni importanti a Pirlo, e anche alla società in chiave gennaio. In uno schema che alterna difesa a tre e a quattro a seconda della fase di gioco i bianconeri dimostrano di andar fortissimo sulle fasce: arma prediletta in occasione di tutti e tre i gol segnati e anche nelle migliori occasioni della penultima partita del girone Champions.

La novità della serata è che la sblocca qualcuno che non sia Morata o Ronaldo: Chiesa di testa anticipa la difesa ucraina e fa l’uno a zero, con la complicità grossa del portiere della Dynamo. Potrebbe raddoppiare pochi minuti dopo la Juve ma la traversa ferma Cristiano Ronaldo dopo un ottima giocata di Alex Sandro. Il terzino brasiliano, che aveva servito anche l’assist per il primo gol, dimostra dopo un periodo grigio, tra infortuni e appannamento, di essere fondamentale per i bianconeri.
Però è una Juve che concede ancora troppo: deve metterci il piede Sczesny alla fine del primo tempo e le mani all’inizio del secondo per evitare il pareggio della Dynamo quando i bianconeri si impigriscono e aspettano gli avversari al limite d’area, cosa che per fortuna stasera non ha provocato danni.

Poi ci pensa Ronaldo appoggiando in porta dopo un’ottima discesa di Chiesa e un tocco di Morata, arrivando al gol numero 750. È lo stesso centravanti spagnolo pochi minuti dopo, sempre su una giocata di Chiesa, a mettere in ghiaccio la partita. Ed è importante la prestazione superlativa di Chiesa: giovane, pagato tanto e per questo criticato ultimamente, ha dimostrato di essere un’arma importantissima per la squadra di Pirlo.

E dunque: una Juve che lotta, e che abbassa la testa e sfonda sui laterali, punti di forza quest’anno, senza troppi fronzoli. Una mentalità più operaia che pragmatica e austera come ai tempi di Allegri o di Conte: ma quello di Pirlo, per stessa ammissione del tecnico è un cantiere, e nei cantieri va bene la mentalità operaia.
C’è un però: quando Chiesa, o Alex Sandro, o Cuadrado, o le frecce laterali della Juve vengono bloccate si blocca tutta la Juve, e anche nella buona gara di stasera i bianconeri non verticalizzano praticamente mai e non ci provano neppure.Una difficoltà che in particolare in Italia è costata tanti punti anche e in particolare contro squadre bloccate come le piccole: Crotone e Benevento su tutte. Un aspetto su cui lavorare, in campo, con la tranquillità che in ogni caso l’avventura in Champions proseguirà nel 2021 e in campionato nulla è precluso. Magari anche grazie al mercato con innesti ad hoc per offrire soluzioni in più.

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