Primo atto concreto di collaborazione tra governo e opposizioni sullo scostamento di Bilancio. Dopo mesi di polemiche e discussioni, l’appello del presidente della Repubblica Sergio Mattarella perché le forze politiche facciano fronte comune in risposta all’emergenza nazionale ha avuto un primo risultato. Se alla vigilia del voto era emerso il rischio che la maggioranza potesse traballare, i partiti hanno dimostrato di poter mettere da parte gli scontri politici per permettere i nuovi investimenti in sostegno di chi è stato colpito dalle chiusure per il Covid. L’approvazione è infatti arrivata con un voto quasi unanime. Prima la Camera ha dato il via libera alla risoluzione di maggioranza con 552 sì: sei gli astenuti e nessun voto contrario. Subito dopo è toccato al Senato: 278 i voti favorevoli, 4 gli astenuti e 4 i voti contrari. Fi, Fdi e Lega hanno quindi deciso per la prima volta di votare compatti a favore e di farlo insieme alle forze di maggioranza. Un atto di distensione che è stato accolto con grande soddisfazione dal presidente del Consiglio: “E’ un ottimo segnale in questo momento di particolare difficoltà che sta attraversando il Paese”, ha dichiarato poco dopo. “Tra le forze di opposizione prevale la via del dialogo e di un approccio costruttivo e per questo ringrazio, in particolare, quanti l’hanno voluta perseguire sin dall’inizio, con determinazione ma sempre nella chiarezza dei ruoli. Auspico che questo clima di confronto e di dialogo possa accompagnare anche i prossimi, delicati passaggi che dovremo affrontare per uscire da questo periodo di emergenza“. Sull’intesa ritrovata, anche il presidente della Camera Roberto Fico ha deciso di intervenire: “Questo ampio consenso è un segnale di unità prezioso”. E “un importante gesto di responsabilità istituzionale, che fa bene al Paese”.

Il primo a ufficializzare l’accordo in mattinata è stato l’ex Cavaliere Silvio Berlusconi, che si è subito schierato in linea con i discorsi fatti negli ultimi giorni in nome della “responsabilità istituzionale“. E di fatto si è intestato la paternità del nuovo asse. Intervenendo in collegamento telefonico con i deputati azzurri, poco prima del voto, ha dichiarato che Forza Italia avrebbe sostenuto l’esecutivo e ha espresso l’auspicio che tutto il centrodestra lo seguisse nel rispettare l’intesa. E, anche se nei giorni scorsi non era sembrato possibile trovare una mediazione con il governo, Matteo Salvini e Giorgia Meloni hanno deciso di allinearsi all’ex premier e affrettarsi a rivendicare il risultato. “Un bel successo”, ha detto Salvini, “il governo ha capito che da solo non va da nessuna parte, è stato costretto a ascoltare non il centrodestra unito, ma il Paese. Se andrà avanti, vediamo. Questo è solo l’inizio, penso a un tavolo sulla scuola, da domani con Conte e Azzolina. Noi ci siamo”. Subito dopo si è associata Meloni: “Il governo ci dà ragione seppure con ritardo”, ha detto. “Sono contenta che la maggioranza arrivi sulle nostre proposte di buonsenso, la battaglia non si esaurisce. Noi con questo voto dimostriamo che l’assenza di dialogo era responsabilità del governo, la scorsa volta il governo non fu disponibile e quindi ci astenemmo, questo voto dimostra che noi vigliamo dare una mano all’Italia. Noi ieri ci abbiamo messo 20 minuti a fare un documento comune, la risoluzione presentata un secondo prima, noi siamo compatti, nessun partito singolarmente avrebbe portato questi risultati”. A battezzare l’accordo per Forza Italia a Montecitorio è stato Renato Brunetta: “Come Forza Italia e come centrodestra” in questi mesi, ha detto, “non abbiamo cavalcato le difficoltà, non abbiamo scelto il ‘tanto peggio tanto meglio’. Siamo stati un’opposizione responsabile“. E il vicecapogruppo Fdi Tommaso Foti si è affrettato a dichiarare: “Questo voto non è per voi, è per l’Italia”.

Il dialogo tra opposizioni e maggioranza è arrivato dopo mesi di discussioni e polemiche e non senza trattative sofferte. Sia Pd che 5 stelle oggi si sono detti soddisfatti del risultato raggiunto. Per il leader Pd Nicola Zingaretti, “l’Italia che si unisce sulle cose da fare in questa drammatica emergenza è una buona notizia. Abbiamo combattuto per questo obiettivo ora raggiunto. Adesso sconfiggiamo il Covid: ridiamo fiducia e speranza alle persone”. Il ministro Dario Franceschini lasciando il Parlamento ha reso merito all’ex Cavaliere di aver trovato un accordo nella sua coalizione: “Una scelta di responsabilità di Berlusconi che ha politicamente costretto le altre forze di centrodestra a cambiare linea e ad adeguarsi. Chapeau”. Mentre il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri ha ribadito quando aveva dichiarato anche nei giorni scorsi: “Mi sembra positivo che si realizzi la convergenza più ampia”. Per il capogruppo dem Andrea Marcucci è stato un “miracolo dell’ex Cav”: “‘Lo segnalo come un fatto positivo, una sorta di ‘miracolo’, visto il livello di interlocuzioni avute finora. Le opposizioni, grazie alla spinta di Berlusconi, hanno votato sì Alla Camera, e voteranno sì al Senato, allo scostamento di bilancio. 8 miliardi in più per le imprese in difficoltà. Ripartiamo da qui”. Per i 5 stelle ha invece parlato il ministro degli Esteri Luigi Di Maio: “Grande segnale di unità e di lealtà istituzionale nei confronti del Paese”, ha commentato. “Più volte questo governo ha ribadito la necessità di una collaborazione istituzionale, chiesta anche dal presidente Mattarella, per dare una risposta concreta agli italiani in un momento davvero difficile”.

Gli occhi erano puntati soprattutto sul Senato, dove i numeri della maggioranza senza l’aiuto delle opposizioni sono molto risicati. Il voto unanime ha evitato qualsiasi preoccupazione dalle parti dell’esecutivo, ma ad ogni modo il pallottoliere ha dimostrato che la maggioranza avrebbe potuto essere autosufficiente in Senato. I voti favorevoli infatti sono stati in tutto 278, contando anche i sì arrivati dal centrodestra (4 le astensioni e 4 i voti contrari). Ma al netto del sostegno delle forze di opposizione e non contando i tre senatori del gruppo misto e che fanno riferimento a Idea e Cambiamo (Gaetano Quagliariello, Paolo Romani e Massimo Berutti), che pure hanno votato a favore ma che non vengono considerati in maggioranza, il perimetro dei senatori che sostiene il governo si è fermato a quota 163 su un bacino che, al completo, è invece pari 168. Tra congedi e missioni il M5S ha registrato 88 presenti su 92, Italia Viva 17 su 18, le Autonomie 8 su 9 (mancava l’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano), il Pd 35 su 35. Numeri a cui occorre sommare altri 15 voti favorevoli provenienti dal Misto, tra cui il senatore a vita Mario Monti. A favore ha votato anche la senatrice a vita Elena Cattaneo che fa riferimento al gruppo delle Autonomie. I quattro astenuti: sono Emma Bonino, Matteo Richetti, Gregorio De Falco e Tiziana Drago; mentre i quattro voti contrari sono arrivati da Michele Giarrusso, Carlo Martelli, Marinella Pacifico e Gianluigi Paragone.

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