Ben 32 buoni spesa richiesti da più persone, quattro su sette, della stessa famiglia. Ma non è mancato neanche chi la propria famiglia l’ha ridimensionata, escludendo dal nucleo il familiare che riceveva un regolare stipendio, beneficiava della pensione di invalidità o del reddito di cittadinanza: un figlio sulla carta è diventato “disoccupato“, quando invece gestiva un’attività di ristorazione ben avviata in città. Sono in tutto 75 i casi di indebita percezione dei buoni spesa Covid finora individuati dalla Guardia di Finanza a Salerno, che hanno scoperto una serie di espedienti utilizzati dai truffatori per ottenere indebitamente ad aprile i buoni.

In totale il Comune di Salerno ha riconosciuto il beneficio a oltre 3mila famiglie, assegnando a ciascuno dei capofamiglia due buoni dal valore di 50 euro, più uno per ogni congiunto a carico, per un totale di 800mila euro. Le richieste per i buoni sono state poi passate ai finanzieri della prima Compagnia di Salerno che, sulla base di una preventiva analisi di rischio, hanno selezionato circa 300 posizioni, sulle quali si sono concentrati i successivi approfondimenti e riscontri. Le Fiamme Gialle hanno così individuato istanze presentate con dati incompleti o falsi, per un ammontare complessivo che supera i 21mila euro.

Le irregolarità accertate dalla Guardia di Finanza sono state segnalate al Comune di Salerno per l’immediata restituzione degli importi. Alcuni dei trasgressori hanno nel frattempo definito la propria posizione, pagando in aggiunta una sanzione pari all’ammontare dei buoni ricevuti senza averne titolo. Negli altri casi, trascorso un mese dall’accertamento delle irregolarità, sarà la Prefettura di Salerno a occuparsi delle sanzioni amministrative, che seconda volta corrisponderanno al triplo dello stesso valore di partenza dei buoni spesa.

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