Scatole di carta e non più bauli “venduti per pagare l’affitto”. Si sono presentati così i lavoratori dello spettacolo sotto la sede del ministero dei Beni e delle Attività culturali per protestare contro le misure adottate negli ultimi dpcm e per chiedere le dimissioni del ministro Dario Franceschini. “L’unica soluzione sul piano economico è quella di un reddito di continuità perché la crisi per i lavoratori dello spettacolo sarà molto lunga, avrà un’onda lunga che andrà oltre la fine della pandemia – spiegano gli organizzatori – quindi un reddito per le giornate in cui non abbiamo lavorato. Se si deve chiudere per combattere la pandemia si chiuda tutto ma ci si permetta di vivere. Chiediamo – aggiungono – un tavolo interministeriale”. In piazza dai tecnici agli artisti di strada, dai macchinisti agli addetti alle biglietterie.

Ad aderire al sit-in anche i movimenti. “Noi la crisi non la paghiamo”, hanno intonato i militanti in coro prima di dirigersi a Porta Pia dove si sono uniti adun secondo gruppo di manifestanti. Davanti al ministero dei Trasporti le forze dell’ordine si sono schierate in tenuta antisommossa per bloccare il corteo che ha invece deciso di raggiungere l’ospedale Umberto I. Qui i manifestanti hanno dedicato un lungo applauso ai sanitari in prima linea nella lotta al Covid, prima di sciogliere la mobilitazione pacificamente.

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