Qualcosa non ha funzionato nell’Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria nella gestione dell’emergenza Covid. La Procura della Repubblica ha infatti aperto un’inchiesta sul mancato tracciamento dei pazienti positivi al Covid da parte dell’Azienda sanitaria provinciale. L’indagine per ora è solo conoscitiva ed è alle battute iniziali. Si tratta di un fascicolo che è stato aperto circa un mese fa dal procuratore Giovanni Bombardieri e dall’aggiunto Gerardo Dominijanni che hanno delegato i carabinieri a fare i dovuti accertamenti negli uffici di Palazzo Tibi, sede dell’Asp di Reggio Calabria.

Avviata lo scorso ottobre l’inchiesta riguarda anche i ritardi nell’espletamento dei tamponi e del rilascio dei risultati. Al momento non c’è nessuno iscritto nel registro degli indagati ma i magistrati stanno cercando di verificare perché molti pazienti positivi asintomatici e in quarantena sono stati di fatto abbandonati nelle loro abitazioni senza alcuna comunicazione o assistenza da parte dell’Azienda sanitaria. In altre parole, il sospetto è che, in provincia di Reggio Calabria, a molti dei pazienti messi in isolamento non è stata garantita l’assistenza necessaria per gestire il periodo di quarantena. Secondo le ipotesi degli inquirenti, infatti, a quasi tutti è stato dato un numero di telefono al quale però raramente rispondeva qualcuno per cui era quasi impossibile, per i malati, parlare con il personale sanitario e ricevere le dovute informazioni.

Il sospetto della Procura è che questa situazione sia stata determinata da una carenza cronica di organico nell’Unità di igiene e sanità pubblica dell’Asp. Per fronteggiare l’emergenza Covid-19, il fabbisogno dell’Unità dovrebbe essere di circa 60 dipendenti tra medici e infermieri. In realtà, il Dipartimento Prevenzione dell’Azienda, guidata dai commissari prefettizi dopo lo scioglimento per infiltrazioni mafiose, conta solo 14 sanitari con una mole di lavoro enorme se si pensa che, stando ai dati di oggi forniti dalla Regione, nella sola provincia di Reggio Calabria in isolamento domiciliare ci sono 1751 persone.

Un dato cresciuto esponenzialmente se si considera che un mese fa, il 6 ottobre (nei giorni in cui è stata aperta l’inchiesta), i positivi in isolamento erano 129. Nelle prime settimane della pandemia, lo scorso marzo, erano state autorizzate le assunzioni che, però, sono rimaste solo sulla carta. Carabinieri e pm, adesso, stanno verificando perché sia stato interrotto l’iter dei concorsi, indetti per affrontare il momento straordinario di emergenza. Curiosamente la selezione dei medici e dei sanitari è ripartita in queste settimane, solo dopo che la Procura di Reggio Calabria ha iniziato gli interrogatori di alcuni dipendenti dell’Asp.

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