Il gruppo parlamentare del Movimento 5 stelle alla Camera ha approvato il nuovo statuto che regola l’attività in Parlamento. “Le modifiche”, si legge in una nota, “sono state votate da 154 deputati, raggiungendo la maggioranza qualificata dei due terzi dei votanti, necessaria per l’approvazione. I voti contrari sono 16, 4 le schede bianche e 2 quelle nulle. Hanno partecipato al voto 176 deputati su 196 componenti del gruppo”. Le modifiche introdotte e approvate sono figlie di un momento molto delicato dentro il M5s: entro la metà di novembre si concluderanno gli Stati generali che, almeno nelle intenzioni, dovranno rivoluzionare leadership e gestione interna. Per questo, anche se tra i 5 stelle si affrettano a dire che i cambiamenti dello statuto sono solo simbolici e, in alcuni casi, ratificano consuetudini già digerite, non sono mancate le polemiche in un clima di forti divisioni.

Tra le novità più significative c’è quella che riguarda gli iscritti al Movimento 5 stelle e il loro coinvolgimento diretto nell’attività della Camera. Il nuovo Statuto, riscritto da un comitato e fortemente voluto, tra gli altri, dal vicecapogruppo Riccardo Ricciardi, prevede l’eliminazione dal regolamento della parte che attribuisce anche agli iscritti M5s la possibilità di determinare l’attività parlamentare del Movimento. Mentre infatti il vecchio Statuto aggiungeva espressamente come fonte di indirizzo politico le “indicazioni espresse dagli iscritti” M5s, il nuovo testo in votazione prevede che il gruppo si limiti unicamente a “tenere conto” degli orientamenti e delle loro indicazioni. “Gli iscritti avranno sempre l’ultima parola quando interpellati”, hanno precisato nei giorni scorsi all’Ansa fonti del gruppo parlamentare M5s minimizzando la modifica. “È stato tolto un passaggio superfluo” perché è “il capo politico che resta il punto di riferimento per le indicazioni più strettamente politiche e per il coordinamento con gli iscritti”.

La modifica ha creato però molti malumori tra gli eletti, anche perché ha riguardato anche i rapporti con la piattaforma Rousseau. Il vecchio Statuto individuava infatti come strumento ufficiale per la divulgazione e “acquisizione dell’indirizzo politico” le piattaforme Rousseau e del blog delle Stelle. Le nuove regole, invece, allargano le maglie: i nomi dei due siti non compaiono più e si affida la divulgazione delle informazioni a non precisati “canali” del Movimento e ad altri mezzi che il gruppo “riterrà di adottare” dopo essersi consultato con l’assemblea dei deputati. Il nuovo Statuto dei deputati M5s infine rinnova l’iter per l’elezione del suo direttivo, per evitare il ripetersi dell’impasse accaduta nel passato. Viene, inoltre, introdotto il ‘voto segreto’ in assemblea se riguarda “una persona o su fatti personali”. Infine si prevede un taglio ai costi della comunicazione: si cancella infatti l’obbligo di destinazione “prioritaria” di almeno il 50% delle risorse del gruppo a questa attività, prevedendo invece che l’ammontare delle risorse per la comunicazione sia correlato ai costi effettivi sostenuti.

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