E tre. Per la terza volta Cosimo Maria Ferri, deputato di Italia viva e magistrato in aspettativa- ha presentato una nuova istanza di ricusazione nei confronti di tre giudici del processo disciplinare a suo carico, in corso davanti al Consiglio superiore della magistratura. La Sezione disciplinare del Csm deve decidere se Ferri si è reso colpevole di un comportamento gravemente scorretto nei confronti dei magistrati che concorrevano per il posto di procuratore di Roma e nei confronti dei consiglieri di Palazzo dei marescialli ,diretto a condizionare le funzioni attribuite dalla Costituzione all’organo di governo autonomo della magistratura. A decidere sulla richiesta di ricusazione sarà il presidente della sezione discilinare David Ermini. La richiesta di ricusazione ha provoato la sospensione del procedimento per la seconda volta.

La vicenda è legata alla riunione notturna all’hotel Champagne del 9 maggio del 2019 che è già costata la radiazione dall’ordine giudiziario a Luca Palamara. In quell’incontro Palamara, 5 ex togati del Csm (anche loro a processo disciplinare), Ferri e un altro parlamentare, Luca Lotti, discussero -secondo l’accusa – la strategia da tenere sulla nomina del procuratore di Roma. Nomina a cui erano direttamente interessati Palamara, che concorreva come procuratore aggiunto a Roma e Lotti, che era imputato per decisione della procura romana nel processo Consip.

Stavolta la ricusazione riguarda il presidente del collegio Flippo Donati e i consiglieri Alessandra Dl Moro e Michele Ciambellini. La precedente era stata bocciata dalle Sezioni Unite della Cassazione, ma Ferri contesta quella pronuncia, ritenendola in contrasto con la giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo. Anche stavolta il renziano ritiene che i suoi giudici non siano imparziali perchè erano componenti del Csm all’epoca della riunione all’hotel Champagne e quindi parte lesa rispetto alla condotta contestata a Ferri e agli altri.

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