Perché un’infermiera decide di candidarsi come sindaco in un paesino di 558 abitanti, Posina, in provincia di Vicenza, che si trova a 740 chilometri di distanza dal luogo dove lei vive, in provincia di Foggia, rifiutando poi l’elezione a consigliere comunale? E perché otto appartenenti alla polizia si candidano nel comune di Carbone, 600 abitanti, in provincia di Potenza, per dimettersi dopo lo spoglio? A spiegare, ma solo in parte, il mistero è stato il sottosegretario agli Interni, l’ex sindaco di Vicenza Achille Variati. Rispondendo a un’interrogazione parlamentare alla Camera, ha detto che il primo caso ha causato un grave danno agli abitanti del paese, rimasti senza un rappresentante in consiglio comunale. Nel secondo, il capo della polizia ha avviato un procedimento disciplinare nei confronti dei poliziotti che rischiano perfino la destituzione dal servizio.

La lista pugliese che si ispira alla destra di Pino Rauti – Al centro di queste vicende ci sono le liste di “L’Altra Italia”, presentate in alcuni casi al di fuori di qualsiasi contesto territoriale, un movimento che nasce in Puglia e si ispira alla destra sociale di Pino Rauti. Il sottosegretario, riferendosi a Posina, ha detto: “Il caso è ora all’attenzione della procura della Repubblica di Vicenza e ha determinato un vulnus alla rappresentanza della comunità di Posina di una unità in seno al suo consiglio, il che rappresenta un danno grave e un vero oltraggio ai cittadini di quel paese”. L’onorevole Pierantonio Zanettin di Forza Italia chiedeva se Maria Galasso e gli altri componenti della lista, tutti foggiani, avessero un interesse a candidarsi in quanto dipendenti del ministero dell’Interno, per ottenere permessi elettorali. Variati lo ha escluso. Ma ha spiegato: “Nei comuni con popolazione inferiore ai 1.000 abitanti, non essendo prevista alcuna sottoscrizione, sono gli stessi candidati che assumono la veste di presentatori delle singole liste attraverso l’accettazione della candidatura. Nel comune di Posina, la lista ‘L’Altra Italia’, avendo ricevuto 17 voti, ha ottenuto un seggio, spettante al candidato sindaco Maria Galasso che, il 24 settembre, ha comunicato di rinunciare alla carica per sopravvenuti problemi familiari. Tutti i rimanenti candidati nella lista hanno rifiutato, alcuni rappresentando di non aver mai autorizzato o firmato l’accettazione della loro candidatura”. Al segretario comunale di Posina non è rimasto che lasciare il posto vacante (ma il consiglio comunale potrà funzionare) e inviare una nota alla Procura.

Otto agenti rischiano di perdere la divisa – Più complicato il caso di Carbone, che riguarda otto poliziotti. Variati ha detto: “Confermo che nei confronti di otto appartenenti ai ruoli della polizia di Stato che si sono candidati e hanno successivamente rassegnato le dimissioni dalla carica, è stato disposto l’avvio di un procedimento disciplinare. Il comportamento assunto – lo dico con estrema chiarezza, sentito anche il Capo della polizia – è stato ritenuto deontologicamente non corretto, per avere gli stessi disatteso le aspettative riposte in loro innanzitutto dagli elettori, in virtù della nota appartenenza alla polizia di Stato e ha creato un grave danno all’immagine e al prestigio dell’amministrazione”. Conseguenze? “L’avviato procedimento disciplinare, per la gravità delle condotte che si prospettano, potrà configurare una sanzione superiore alla mera deplorazione, quale la sospensione o la destituzione dal servizio”. Anche perché i poliziotti che si candidino ad elezioni politiche o amministrative “sono posti in aspettativa speciale con assegni, dal momento dell’accettazione della candidatura per tutta la durata della campagna elettorale”.

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