È scontro aperto tra alcune Regioni del nord (tutte di centrodestra) e il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che nel corso della sua informativa alla Camera sull’ultimo dpcm ha messo in evidenza come i governatori finora abbiano utilizzato solo “120 milioni dei 300” messi a disposizione per rafforzare il trasporto pubblico locale. Un concetto ribadito anche dalla ministra dei Trasporti Paola De Micheli, secondo cui “nessuna Regione ha mai formalmente chiesto di procedere a una revisione delle linee guida, o ha avanzato al governo nessuna richiesta di risorse aggiuntive“. Le loro reazioni non si sono fatte attendere: “È gravissimo – scrivono in una nota congiunta gli assessori ai trasporti Claudia Maria Terzi (Lombardia), Marco Gabusi (Piemonte), Giovanni Berrino (Liguria) e Graziano Pizzimenti (Friuli Venezia Giulia) che il presidente del Consiglio e il ministro competente cerchino di scaricare le proprie responsabilità sulle Regioni. Inizino invece a erogare le risorse annunciate senza le quali il sistema Tpl non potrà stare in piedi ancora per molto”.

I trasporti sono uno dei fronti più delicati nella lotta alla pandemia: il premier ha ricordato che le restrizioni messe in campo dal governo per contenere i contagi, dalla chiusura dei ristoranti alle 18 fino allo stop per cinema, teatri e palestre, hanno proprio l’obiettivo di alleggerire le presenze su bus e metropolitane vista “l’oggettiva difficoltà di assicurare il distanziamento sui mezzi di trasporto”. Decisione che continua ad alimentare le polemiche – dentro e fuori alla maggioranza – e che solleva dei dubbi su quanto fatto finora per incrementare le corse dei mezzi, in modo tale da decongestionare l’affluenza nelle ore di punta. La ministra De Micheli, intervenuta in audizione alla Camera, ha quindi rimandato la palla nel campo dei governatori. Le Regioni “hanno confermato di aver già provveduto a incrementare i mezzi per le tratte di maggior domanda utilizzando 120 dei 300 milioni messi a disposizione dal governo, che hanno consentito l’utilizzo, e la messa in linea, di 2mila mezzi di trasporto privati aggiuntivi“, ha spiegato. Gli enti locali hanno inoltre “confermato di aver potenziato i controlli, da parte del personale, soprattutto sulle banchine, dove nella nostra attività ispettiva abbiamo verificato esserci maggiore criticità”. La ministra ha poi rivendicato di aver preso tutte le decisioni con la “più ampia condivisione“, sottolineando che “sono tutti consapevoli che sono ancora disponibili, da qui alla fine dell’anno, 180 milioni di euro. Credo che sia bene, prima di tutto, completare l’utilizzo delle risorse messe a disposizione per poi, nel 2021, incrementarle ulteriormente“. In ogni caso è previsto per domani un tavolo con le associazioni di categoria, “per verificare tutte le sperimentazioni che abbiamo finanziato, sul piano tecnologico, e quindi applicare e sviluppare le migliori tecnologie che sono state sperimentate dal 18 maggio in poi per il monitoraggio e il controllo sul trasporto pubblico locale”.

Una ricostruzione che però gli assessori di Lombardia, Piemonte, Liguria e Friuli Venezia Giulia rimandano al mittente. “Al governo abbiamo più volte ribadito che i finanziamenti statali destinati al trasporto pubblico locale per l’emergenza sanitaria (500+400 milioni) non sono sufficienti per far fronte al potenziamento dei servizi e alla riduzione dei ricavi delle aziende di Tpl”, si legge nel comunicato. “Sorprende dunque che il ministro De Micheli sostenga di non aver ricevuto dalle Regioni richieste di risorse aggiuntive: la nostra posizione è stata portata all’attenzione dell’esecutivo in tutte le sedi utili comprese le riunioni formali, non ultima quello dello scorso 30 agosto, fermo restando che le Regioni chiedono al Governo di affrontare seriamente il tema del Tpl da fine marzo“. Secondo i quattro assessori, “le risorse promesse dal governo per i servizi aggiuntivi non sono ancora arrivate. Infatti, non è ancora stato approvato il decreto attuativo per il riparto dell’anticipazione dei primi 150 milioni sui 300 milioni di risorse stanziate dallo Stato. Per i servizi aggiuntivi, dunque, non è ancora arrivato un euro“. Nel giro di qualche ora è la stessa ministra De Micheli a contro-replicare, dicendosi dispiaciuta “perché casualmente nell’ultima riunione della scorsa settimana cose che sono state dette dei medesimi erano esattamente l’opposto“.

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