“Con i soldi dei contribuenti italiani ed europei si continua a gestire il fenomeno della migrazione in maniera miope e sbagliata”, investendo economicamente sul controllo delle frontiere, invece che sulla costruzione di canali sicuri per raggiungere l’Europa. Così denuncia Oxfam nel suo rapporto “Un reale interesse comune”, in cui fotografa le conseguenze delle politiche europee di esternalizzazione per il controllo dei confini, delegato a Tunisia e Marocco, su migliaia di persone in fuga da povertà e guerre. Le prime a pagare un prezzo altissimo sono le fasce più vulnerabili della popolazione di entrambi i Paesi, insieme a chi fugge da Siria, Eritrea, Sudan, Costa D’Avorio e Libia per arrivare in Europa. “Negli ultimi anni, le politiche europee di cooperazione con i paesi del nord Africa si sono dimenticate della tutela dei diritti umani dei migranti, finanziando soprattutto il controllo delle frontiere marittime e terrestri attraverso un uso improprio delle risorse del Trust Fund dell’Ue per l’Africa e accordi bilaterali, come quello tra Italia e Tunisia. – ha detto Paolo Pezzati, policy advisor per la crisi migratoria di Oxfam Italia – Un approccio che continua a sostenere una gestione miope del fenomeno migratorio con i soldi dei contribuenti italiani ed europei. Tutto sulla pelle dei più deboli, dimenticando che lo sviluppo economico e sociale va di pari passo con la mobilità umana”.

Oltretutto – sottolinea Oxfam – nonostante la chiusura delle frontiere si continua comunque a morire: sono oltre 700 le vittime dall’inizio del 2020, di cui 500 sono decedute lungo la rotta del Mediterraneo centrale. Al momento la chiusura de facto delle frontiere Marocco-Algeria e Tunisia-Libia, insieme ai respingimenti dalle enclave spagnole di Ceuta e Melilla, hanno fatto diminuire il numero di persone che attraversano il Mediterraneo da Marocco e Tunisia verso l’Europa in termini assoluti, ma ciò avviene in piena violazione dei diritti dei migranti. Il rapporto registra inoltre l’inadeguatezza dei sistemi di asilo e accoglienza di entrambi i Paesi nord-africani, che politiche europee, pur esse inadeguate, non hanno contribuito a rendere rispettosi dei diritti dei migranti. Continuano infatti a verificarsi respingimenti arbitrari e spesso violenti in Algeria o Mauritania da parte delle autorità marocchine verso persone vulnerabili come donne incinte e bambini; mentre in Tunisia le normative in vigore impediscono ai migranti irregolari di chiedere asilo, con il rifiuto di consentire loro l’accesso ad avvocati e interpreti. L’Italia – denuncia ancora l’associazione – continua ad aiutare la Tunisia per il rafforzamento dei controlli terrestri e navali, anche se le autorità tunisine si rifiutano di soccorrere i migranti in mare e si moltiplicano i naufragi.

In questo scenario Oxfam lancia quindi un appello urgente all’Unione europea per un deciso cambio di rotta, a partire dalle linee che saranno introdotte con la nuova riforma su asilo e migrazione. Secondo l’organizzazione, è necessario infatti cessare di sostenere e finanziare politiche repressive nei confronti di migliaia di persone in fuga da guerre e povertà, in molti casi dall’inferno libico. Oxfam chiede inoltre che l’Italia collabori con i paesi del Maghreb per promuovere il rispetto del diritto internazionale, conducendo valutazioni periodiche dell’impatto delle politiche migratorie dell’Ue sulle popolazioni più vulnerabili.

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