Nessuno vuol andare a fare il medico scolastico. Almeno così è successo in Toscana dove la ricerca di dottori da inserire nei dipartimenti di prevenzione si è rivelata un flop. Su 1400 candidati solo trenta hanno accettato di entrare in servizio. Una disdetta dell’ultimo momento arrivata forse per paura dell’aumento del numero dei contagi, secondo Alessio Nastruzzi, segretario regionale della Federazione italiana dei medici di famiglia.

A lanciare questa proposta era stato l’ex presidente della Regione Enrico Rossi, quando sono uscite le regole per la gestione dei casi sospetti di Covid 19 nelle scuole. L’idea dell’allora governatore era quella di avere figure che potevano essere validi punti di riferimento per tutto ciò che riguarda le misure di prevenzione da adottare, i comportamenti da tenere e ogni altro aspetto sanitario inerente la vita scolastica in tempo di Covid.

Una misura che doveva rappresentare un ulteriore rafforzamento della sanità territoriale, il cui apporto è fondamentale per affrontare l’emergenza in corso. Viste le indicazioni date dall’Istituto superiore di sanità la presenza di un medico tra le aule avrebbe agevolato l’individuazione degli eventuali malati. L’assunzione di nuove figure all’interno dei dipartimenti di prevenzione doveva costituire una forza in più per poter accostare il lavoro dei dirigenti scolastici.

Tre Asl hanno così deciso di aprire dei bandi per trovare neo laureati, specialisti o anche medici in pensione. Un successo in prima battuta: alle aziende sanitarie locali sono, infatti, arrivate 1400 candidature. I problemi sono arrivati più tardi quando nel corso dei colloqui a dimostrare un reale interesse per questo lavoro sono stati solo trenta sanitari. L’idea di finire in una scuola alla fine non ha entusiasmato i medici che hanno preferito scegliere altre strade. E così le Asl si sono ritrovate con tre bandi andati praticamente deserti impedendo di fatto l’avvio di un lavoro di prevenzione negli istituti scolastici della Toscana.

A leggere questo dato ci pensa Alessio Nastruzzi, a capo della Fimmg della Toscana: “Temo che alcuni miei colleghi ci abbiano ripensato. Di fronte all’aumento dei contagi, ad una situazione che rischia di diventare allarmante, nessuno è esente dalla paura, anche chi fa la mia professione”. Detto questo Nastruzzi è convinto del valore del medico negli istituti scolastici: “E’ un tema che mi appassiona e che ho sempre sostenuto. Di là della contingenza e di quanto potrebbe fare un dottore ora nelle scuole, credo sia una figura necessaria e utile per molti altri aspetti. Dev’essere un consulente che si occupi anche della formazione dei docenti e degli alunni. Dobbiamo tornare a parlare ai ragazzi dell’abuso dell’alcool e delle sostanze stupefacenti. Un tempo si facevano degli interventi su queste problematiche ora si fa ben poco. Nelle scuole si parla male e poco di salute, bisogna tornare a farlo”.

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