“Non abbiamo fatto tutto quello che avremmo dovuto fare. Non possiamo più perdere tempo, stiamo entrando in una fase estremamente critica”. Di fronte a una curva epidemica che tende a impennarsi, Agostino Miozzo, coordinatore del Comitato tecnico scientifico, ammette che a suo avviso qualcosa nella preparazione della seconda ondata non è andata per il verso giusto. “Abbiamo avuto tanto tempo per preparaci adeguatamente e mi chiedo se il sistema abbia utilizzato il tempo disponibile. Quando vedo le immagini di persone 8-10 ore in coda al drive-in per fare il tampone ho la sensazione che la risposta alla domanda sia drammaticamente negativa”, aggiunge prevedendo settimane “delicate”, alla vigilia delle quali “non possiamo più perdere tempo” perché “stiamo entrando in una fase estremamente critica”.

In Lombardia 4.126 casi, riapre ospedale in Fiera – Testimoniata dai primi dati in arrivo dalle regioni, in particolare dalla Lombardia che nelle ultime 24 ore ha registrato un incremento di 4.126 nuovi casi nelle ultime 24 ore a fronte di 36mila tamponi. Il dato, che segna un raddoppio netto rispetto ai contagi di martedì, è stato anticipato dal Tgr Lombardia della Rai nell’edizione delle 14. Quasi la metà dei casi è stata accertata nella città metropolitana di Milano. Un’area che, ad avviso di Walter Ricciardi, “è già fuori controllo” come Napoli. Si tratta del peggior incremento giornaliero ufficiale nella regione più colpita dal coronavirus (3.251 positivi il 21 marzo, ma con tamponi contenuti) e peggiora il rapporto tamponi/positivi, ora circa all’11%, rispetto al 9,3% di martedì. Dei nuovi positivi circa 300 in un solo giorno sono stati ricoverati in reparti Covid e un decina in più sono i pazienti in terapia intensiva. Diventano quindi oltre 1.500 i posti letto occupati nelle strutture lombarde e oltre 130 i malati assistiti in terapia intensiva. L’impennata di positività segna un nuovo scatto nella diffusione del Covid-19. “Le strutture sanitarie temporanee allestite nei padiglioni della Fiera di Milano e di Bergamo riaprono nei prossimi giorni e garantiranno al sistema lombardo i primi 201 posti letto aggiuntivi di cure intensive, che saranno gradualmente occupati”, ha annunciato la Regione Lombardia.

Ricciardi: “Milano e Napoli fuori controllo, Roma rischia” – La decisione arriva proprio nel giorno in cui il governatore Attilio Fontana firma l’ordinanza che introduce il coprifuoco dalle 23 alle 5, mentre la chiusura dei negozi di medie e grandi dimensioni dovrebbe arrivare in un secondo provvedimento. La situazione lombarda – per la quale, come svelato da Il Fatto Quotidiano, il Cts regionale aveva chiesto misure stringenti già venerdì scorso – è ritenuta assai preoccupante da Walter Ricciardi, consulente del ministro della Salute Roberto Speranza. Non si tratta comunque a suo avviso dell’unica metropoli del Paese in affanno. “Milano, Napoli, probabilmente Roma sono già fuori controllo sul piano del contenimento dell’epidemia, cioè test e tracciamento”, ha spiegato Ricciardi, ordinario di Igiene generale, durante un webinar al Policlinico Gemelli.

“Bloccare la mobilità” – “Quando non si riesce a contenere – ha continuato – bisogna mitigare, sostanzialmente devi bloccare la mobilità, che è una cosa terribile. Ci troviamo come nel 1400. Nonostante le nostre tecnologie spaziali, abbiamo, se non riusciamo intercettare i contagi, la necessità di prendere queste decisioni”, ha detto Ricciardi. “Le decisioni prese – ha aggiunto il consulente di Speranza – peraltro in un contesto confuso di competenze diverse tra Stato e Regioni”, rischiano di non riuscire a bloccare “il dilagare del virus, che non conosce confini. Dobbiamo resettarci per prendere le decisioni giuste al momento giusto e non quando è troppo tardi”. Quindi ha aggiunto: “È chiaro che se si decide quando ci sono le bare è facile, la gente sarà spaventata, ma sono decisioni che vanno prese due, tre, quattro settimane prima. La politica sia coraggiosa, se non hai sicurezza e salute non puoi avere una buona economia”.

Miozzo: “Abbiamo il dovere di non perdere tempo” – La pandemia di Covid-19, ha proseguito Miozzo, “è stata la prima vera grande emergenza planetaria”. Dal primo gennaio al 10 marzo, “la comunità internazionale ha avuto 2 mesi, un tempo lunghissimo per prepararsi, eppure nessuno lo ha utilizzato. Siamo andati in crisi rapida a marzo perché mancavano mascherine e bombole di ossigeno”. Successivamente, “abbiamo avuto una buona capacità di risposta, siamo usciti da un periodo drammatico con l’ansia di ritornare alla normalità, un’ansia governata un po’ superficialmente e di cui ora vediamo i risultati”. Ma nel frattempo, ragiona Miozzo, non si è fatto tutto il possibile per attrezzarci all’arrivo del freddo: “Sapevamo che con la stagione invernale sarebbe arrivato anche il problema delle influenze e che questo avrebbe gravato sulla capacità di risposta degli ospedali”. Ora, ha concluso Miozzo, “abbiamo il dovere di non perdere tempo prezioso e imparare dalle lezioni avute, per non soccombere a ciò che accade”.

I dati sulle terapie intensive e l’esercito in campo – Al momento, ha detto il ministro per i rapporti con il Parlamento Federico D’Incà rispondendo ad una interrogazione parlamentare, il tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva è “del 10,49%”. Il ministro ha spiegato che non appena le Regioni avranno allestito i posti letto, si arriverà a 9.588 unità. Prima dell’emergenza Covid – ha ricordato – i posti letto disponibili nelle terapie intensive del Paese erano in tutto 5.179. “Durante la fase di emergenza sono stati forniti ulteriori 3.109 ventilatori arrivando così a 8.188 posti letto disponibili. A cui sono stati aggiunti successivamente altri 83 dalle Regioni. Attualmente – ha continuato D’Incà – sono disponibili 6.628 posti, e nel mentre sono stati distribuiti alle Regioni altri 1.660 ventilatori. Il Commissario straordinario dispone poi di ulteriori 1.300 ventilatori da destinare dove vi sia l’esigenza”. Per quanto riguarda il tracciamento, invece, il ministro della Difesa Lorenzo Guerini ha annunciato l’Operazione Igea: circa 1.400 unità impegnate, distribuite in 200 team in grado di eseguire fino a 30mila tamponi al giorno, operative a partire dal prossimo fine settimana. I team delle 200 drive-through-Difesa saranno composti da 1 medico, 2 infermieri, 2 autisti e 2 carabinieri o personale del corpo della Polizia di Stato, ed assicureranno il corretto svolgimento delle attività e il mantenimento dell’ordine pubblico, attivandosi con preavviso di 24-48 ore dal momento in cui il Ministero della Salute indicherà le località. Inoltre, entro la fine del mese, al fine di incrementare anche le capacità di analisi dei tamponi, saranno 12 i laboratori analisi della Difesa che verranno messi a disposizione, in grado di eseguire circa 19mila test settimanali.

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