La designazione dell’ex ministro del Tesoro Pier Carlo Padoan a presidente di Unicredit fa discutere. Non solo per il ruolo che ha avuto, da membro nel governo, nel salvataggio pubblico della Mps che ora lo Stato punterebbe a cedere proprio alla banca guidata da Jean Pierre Mustier. Ma anche per la carica che ricopre oggi. “Se l’Italia avesse una seria legge sul conflitto di interessi, in linea con gli standard internazionali, non potrebbe passare da un giorno all’altro dagli scranni parlamentari a quelli di Presidente del Cda di Unicredit”, sostiene Federico Anghelé, direttore dell’organizzazione non profit The Good Lobby.

L’economista prestato alla politica ha annunciato di aver avviato le pratiche per rinunciare al suo incarico alla Camera, “ma se l’Italia si fosse già dotata di una legge efficace sui conflitti di interessi, dovrebbe attendere da uno a tre anni prima di assumere un incarico così prestigioso”, rimarca Anghelé. Si tratta del cosiddetto periodo di “raffreddamento” (cooling-off secondo le normative internazionali), che serve a salvaguardare la concorrenza di mercato: è infatti ipotizzabile che un alto funzionario dello Stato sia in possesso di informazioni e contatti privilegiati di cui potrebbe beneficiare il gruppo in cui entra a svantaggio dei competitor, spiega l’organizzazione che punta “a rendere più democratica, unita ed equa la società in cui viviamo”.

“Sebbene l’incarico di ministro dell’Economia sia cessato da oltre due anni, Padoan è pur sempre membro della Quinta Commissione della Camera (Bilancio, Tesoro e Programmazione) e quindi è presumibilmente entrato in possesso di informazioni riservate di cui potrebbe avvalersi nel suo nuovo incarico in Unicredit”, continua Anghelè. “Pensiamo che la difesa dello stato di diritto in Italia passi anche dall’avere un quadro regolatorio che salvaguardi l’indipendenza delle istituzioni pubbliche”.

Alla Camera è in discussione una proposta di legge sui conflitti di interessi il cui testo base è stato approvato la scorsa settimana dalla Commissione Affari Costituzionali. Ma secondo The Good Lobby quel testo pur essendo “un valido compromesso” presenta un limite che emerge proprio in questo caso: non regolamenta il pantouflage (il passaggio da una carica all’altra) per i membri delle Camere. Lo ha sostenuto anche l’Osce nella sua audizione in Prima Commissione alla Camera. Significa che anche qualora la legge venisse approvata così com’è oggi, Padoan potrebbe diventare da un giorno all’altro presidente del Cda di Unicredit. “Questa vicenda dovrebbe essere un incentivo a migliorare l’attuale testo della proposta di legge, che prevede un periodo di “raffreddamento” di un anno (ad avviso di The Good Lobby da portare almeno a due come già avviene in Europa) tra un incarico e l’altro soltanto per i componenti del governo e non, appunto, anche per i membri di Camera e Senato, come sarebbe invece auspicabile”, conclude Anghelé.

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