Il Vaticano corre ai ripari per evitare una bocciatura europea sull’antiriciclaggio. Mentre nei sacri palazzi è in corso la valutazione delle misure contro il riciclaggio e il finanziamento del terrorismo effettuata dal comitato di esperti del Consiglio d’Europa (Moneyval), la Santa Sede rafforza l’attività di vigilanza sui flussi finanziari. Ciò proprio adottando le direttive dell’Unione Europea in materia di prevenzione e contrasto del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo. Lo scopo è prevenire un giudizio negativo da parte degli esperti di Moneyval nel momento in cui la Segreteria di Stato è al centro di uno scandalo finanziario senza precedenti. Scandalo che finora ha già portato al licenziamento di cinque funzionari vaticani, tra i quali l’ex direttore dell’Autorità d’informazione finanziaria, Tommaso Di Ruzza, genero dell’ex governatore della Banca d’Italia Antonio Fazio. Ma anche alle dimissioni del cardinale Angelo Becciu, ex sostituto della Segreteria di Stato, dal ruolo di prefetto della Congregazione delle cause dei santi. Francesco ha imposto a Becciu di rinunciare anche ai diritti connessi alla porpora.

Parallelamente, il Papa ha cambiato parzialmente la composizione della Commissione cardinalizia dello Ior. Clamorosa è l’uscita di scena del cardinale Segretario di Stato, Pietro Parolin. Dei cinque membri del precedente mandato, che erano stati nominati il 15 gennaio 2014, rimangono in carica solo lo spagnolo Santos Abril y Castelló, arciprete emerito di Santa Maria Maggiore, che mantiene l’incarico di presidente, e l’austriaco Christoph Schönborn, arcivescovo di Vienna. A essi sono stati aggiunti: il filippino Luis Antonio Gokim Tagle, prefetto della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli, il polacco Konrad Krajewski, elemosiniere apostolico, e l’italiano Giuseppe Petrocchi, arcivescovo di L’Aquila e membro della Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano. Oltre a Parolin, non fanno più parte dell’organismo il canadese Thomas Christopher Collins, arcivescovo di Toronto, e il croato Josip Bozanic, arcivescovo di Zagabria. L’organismo rinnovato è già operativo. Come precisa, infatti, una nota vaticana, “la Commissione cardinalizia dell’Istituto per le Opere di Religione, nella sua nuova composizione, ha già approvato, ad experimentum per due anni, il Regolamento attuativo dello Statuto a cui è demandata inter alia la descrizione particolareggiata dei poteri e delle competenze del consiglio e della direzione”.

In merito, invece, alle nuove norme in materia di trasparenza, vigilanza e informazione finanziaria emanate dal presidente del Governatorato, il cardinale Giuseppe Bertello, la Santa Sede ha precisato che “i cambiamenti si inseriscono nel processo di riforma voluto da Papa Francesco perché la gestione delle risorse economiche vaticane sia sempre più corretta e trasparente”. Il presidente dell’Autorità d’informazione finanziaria, Carmelo Barbagallo, ha chiarito che “è un dovere fondamentale di ogni ordinamento tutelare e difendere la dignità di ogni persona. In tale ambito, gestire con prudenza e controllare con efficacia non sono solo doveri giuridici, ma anche morali. Ciò è ancor più vero quando ad essere oggetto di controllo sono i flussi di denaro. Flussi che possono essere al servizio di una giusta causa, ma talvolta, potrebbero derivare da attività illegali per essere poi ‘ripuliti’ o indirizzati a seminare terrore. La consapevolezza delle potenziali minacce e delle vulnerabilità, l’efficacia dei controlli, la trasparenza delle scelte finanziarie concorrono ad evitare anche rischi che potrebbero condizionare le attività missionarie e caritative della Chiesa cattolica. Da parte mia sono convinto che le modifiche apportate, come d’altronde tutte le normative varate in questi ultimi anni, potranno dimostrare, tanto all’interno, quanto agli osservatori esterni, l’impegno fermo su una questione nella quale la Chiesa assume una posizione irretrattabile”. Un messaggio diretto agli esperti di Moneyval.

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