Per spiegare l’aumento dei contagi e il conseguente rischio per il sistema sanitario di non poter assorbirne gli effetti, il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, ha fatto ricorso a una metafora: “I nuovi casi settimanali sono come un fiume che si immette in un lago, cioè il totale dei positivi attuali. Se ogni settimana la portata del fiume continua ad aumentare, il bacino del lago si espande sempre di più, fino a raggiungere il punto di rottura“. Fuor di metafora, Cartabellotta ha fatto riferimento alla percentuale, stabile da fine luglio, di asintomatici (intorno al 95%), di ospedalizzati (4-5%) e di persone che necessitano della terapia intensiva (0,5%). “Se i rapporti si iniziano a spostare, le cose cambiano. La differenza grossa a cui bisogna guardare è quella regionale, perché per esempio in Sicilia gli ospedalizzati salgono all’11%. In alcune regioni, insomma, il lago comincia a travalicare gli argini“.

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Cartabellotta: “Errore clamoroso fare il rapporto tra casi positivi e tamponi totali. Il 40% riguarda i controlli su persone già contagiate”

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Coronavirus, il direttore dell’Ats di Milano: “Dovremo ridurre le possibilità di contatto tra le persone, a partire dalle attività ricreative”

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