Bella ciao? No, meglio Avanti ragazzi di Buda, cioè il simbolo delle canzoni anticomunista italiane. Sembra una provocazione, e invece è il senso di un disegno di legge presentato da due senatori leghisti, Claudio Barbaro e William De Vecchis. Il ddl chiede di riconoscere Avanti Ragazzi di Buda “quale espressione dei valori fondanti della Repubblica”. Per Barbaro “è un atto necessario di verità e correttezza per chi ama l’Italia. Questa canzone infatti parla della rivolta contro gli invasori per la riconquista della libertà. Questo é l’universalismo che merita un riconoscimento trasversale, non certo quello di Bella Ciao, testo ben connotato politicamente”.
La proposta dei senatori del Carroccio arriva in risposta all’iniziativa di un gruppo di parlamentari del Pd che nei giorni scorsi a Montecitorio avevano presentato una proposta di legge per inserire nei programmi scolastici lo studio della canzone dei partigiani “Bella ciao”, perché fosse riconosciuta ufficialmente come canto ufficiale dello Stato italiano. Barbaro insiste: “Mi auguro che questa nostra richiesta possa avere la medesima sorte della proposta che ha portato all’istituzione della giornata in memoria dei martiri delle foibe. Oggi questo inno viene eseguito, sia in magiaro che in italiano, in tutte le scuole ungheresi. È giusto che anche i nostri studenti possano conoscere questa storia di eroismo e libertà”.
Avanti ragazzi di Buda venne composta nel 1966 da Pier Francesco Pingitore, poi storico regista del Bagaglino, a dieci anni dalla rivoluzione ungherese del 1956, repressa – come è noto – dall’Unione Sovietica. Si dissuse negli ambienti universitari di estrema destra. In anni più recenti è stata intonata allo stadio dagli ultras della Lazio.
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